Ringraziamo gli editori di Humana.Mente per averci permesso di pubblicare questa traduzione dell'intervista originale in inglese apparsa su Making Sense of Gender, Sex, Race and the Family (a cura di Elena Casetta e Vera Tripodi), Humana.Mente, Journal of Philosophical Studies, settembre 2012, Vol. 22, 225–231. La traduzione italiana è a cura di Valeria Giardino.
1. Normalmente si tende a identificare "famiglia tradizionale", "famiglia naturale", e "famiglia biologica". Pensa che una tale identificazione sia giustificata, o si tratta di tre nozioni diverse?
Non sono convinta dell'utilizzo del termine "famiglia naturale", per diverse ragioni. In primo luogo, non mi sento a mio agio a tracciare distinzioni tra cose che sono naturali e altre che non lo sono, e questo perché non sono mai abbastanza sicura di quale si suppone che sia il contrasto rilevante nel dire "non-naturale". Gli esseri umani sono, per natura, creature sociali, e quindi nelle questioni umane non ha senso opporre naturale a sociale. Ma a quale altro senso di non-naturale si potrebbe far riferimento? Certamente non a soprannaturale! In secondo luogo, le persone tendono ad assumere che ciò che è naturale sia anche buono, ma ovviamente questo è un errore. Il cancro è naturale, ma non è una cosa buona, o perlomeno non lo è per gli esseri umani. Vi sono cause naturali per ogni tipo di comportamento umano problematico, come ad esempio la dipendenza.
Interviste

Conversazione con Sally Haslanger
di Elena Casetta
30.09.2015
Sally Haslanger è Professore presso il Dipartimento di Linguistica e Filosofia al MIT, e Direttore del MIT Women's and Gender Studies Program. Recentemente ha lavorato sulla questione della costruzione sociale di presunte categorie naturali come il genere, la razza e la famiglia, e su questioni di epistemologia femminista. Il suo ultimo libro è Resisting Reality: Social Construction and Social Critique, Oxford University Press (2012). È stata nominata Carus Lecturer per il 2011, un'onorificenza conferita ogni due anni dall'American Philosophical Association (APA), ed è stata selezionata come Distinguished Woman Philosopher nel 2010 dalla Society for Women in Philosophy.