Interviste

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Conversazione con Joëlle Proust

di Santiago Arango Muñoz
31.10.2017

Joëlle Proust si è formata in filosofia e psicologia presso l'Université de Provence. I suoi primi lavori riguardano la verità logica e il suo Questions de Forme le è valso nel 1987 la medaglia di bronzo del CNRS. Nel 1989 ha iniziato a lavorare presso il CREA (Centre de Recherche en Epistémologie Appliqueé) a Parigi, e si è occupata principalmente di filosofia della mente, psicopatologia cognitiva e forme di comunicazione e cognizione sociale negli animali non umani. Dopo aver diretto un progetto internazionale sulla filogenesi e ontogenesi della metacognizione (ESF-Eurocore, 2006-2009), nel 2011 ha iniziato, grazie a una borsa "advanced" dallo European Research Council, il progetto DIVIDNORM sull'influenza della cultura nell'insorgere e nella risoluzione di conflitti tra norme epistemiche (verità, consenso, coerenza, intelligibilità, pertinenza). Ha inoltre contribuito alla fondazione di diverse società scientifiche, tra cui SOPHA (Société de Philosophie Analytique), che ha presieduto dal 2000 al 2003, HOPOS (The International Society for the History of Philosophy of Science), ESAP (European Society for Analytic Philosophy), ed EuroSPP (European Society for Philosophy and Psychology). Attualmente svolge la sua attività scientifica di direttore di ricerca presso l'Institut Jean-Nicod, Ecole Normale Supérieure.


La videointervista è disponibile online. La traduzione italiana qui presentata è a cura di Valeria Giardino.

1.Com'è arrivata alla filosofia?

JP: Come tutti i giovani studenti francesi, ho studiato filosofia all'ultimo anno delle superiori. Devo dire che mi piacque molto applicare l'analisi concettuale e quindi decisi di iscrivermi a filosofia. È stata in quest'occasione che ho avuto la fortuna di ritrovarmi in un dipartimento dove c'erano dei buoni filosofi, e mi sono quindi incamminata verso un percorso che mi avrebbe portato a diventare una storica della logica, perché la storia della logica era uno dei punti forti del mio direttore di tesi, Gilles-Gaston Granger.

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