1. Professor Agazzi, Lei non è solo oggi, senza confronti il più prestigioso filosofo della scienza italiano, ma è stato anche uno di coloro che introdussero la filosofia analitica e la filosofia della scienza nel nostro paese. In che circostanze culturali avvenne questa introduzione?
EA. Quando si parla di filosofia analitica è bene distinguere due piani, che chiamerei rispettivamente "storico" e "metodologico". Dal punto di vista storico possiamo dire che la filosofia analitica è una corrente di pensiero che inizia al principio del Novecento identificandosi più o meno consapevolmente con il cosiddetto linguistic turn, che riduceva la filosofia ad analisi del linguaggio.Wittgenstein e Russell possono esserne considerati gli iniziatori espliciti e Frege, per certi aspetti, come il "padre" (o il "nonno") ottocentesco. Di che tipo di analisi si trattava? In sostanza di un'analisi logica, il cui tratto caratteristico divenne ben presto la ricerca della massima chiarezza concettuale e rigore argomentativo. É questo l'aspetto che chiamo "metodologico" e, da questo punto di vista, un simile "stile" del filosofare si incontra lungo l'intero arco della storia del pensiero e, in particolare, campeggia nella grande tradizione della filosofia scolastica. Avendo compiuto i miei studi di filosofia nell'Università Cattolica di Milano sono stato in vivo contatto con questa tradizione "analitica", ma ci fu molto di più. Il mio maestro diretto, Gustavo Bontadini, era un esempio di eccezionale acutezza nell'analisi dei concetti e delle argomentazioni e il suo metodo storiografico della "analisi di struttura" del pensiero dei vari autori era del tutto paragonabile a quella "ricostruzione logica" che i neopositivisti tentavano di realizzare nei confronti delle teorie scientifiche. Ma anche lo studio della filosofia analitica novecentesca era più che mai presente in quell'ambiente: ricorderò soltanto un seminario diretto da Francesco Olgiati e dedicato per un intero semestre al Circolo di Vienna, e anche una serie di lezioni dedicate all'Aufbau di Carnap, tenute da Emanuele Severino quando ero suo studente nel 1956 (lezioni in cui si delineavano le tesi che sarebbero poi apparse nella Introduzione che il medesimo Severino premise alla sua traduzione della Costruzione logica del mondo di Carnap, apparsa nel 1966).
Interviste

Conversazione con Evandro Agazzi
di Mario Alai
21.06.2012
Ad Evandro Agazzi, uno dei maggiori filosofi odierni, Mario Alai chiede conto della sua formazione, a contatto con maestri come il cattolico Bontadini e il marxista Geymonat, di come abbia contribuito a introdurre la filosofia analitica e la filosofia della scienza in Italia, e del perchè pur essendo stato una delle figure di punta della filosofia analitica internazionale, non si consideri più parte di quel movimento. La conversazione tocca anche il suo modo non puramente epistemologico di vedere la filosofia della scienza, il recupero del realismo oggi in corso ma anticipato da Agazzi, i rapporti tra filosofia analitica e filosofia della scienza, tra filosofia della scienza ed etica, tra filosofia analitica e filosofia tradizionale intesa come ricerca del fondamento, del senso e della totalità, tra filosofia e religione.