Per la filosofia sociale è una stagione feconda. Sono usciti in questi ultimi tempi testi importanti come, ad esempio, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (2009), che espone la teoria testualista debole di Maurizio Ferraris, oppure The Causal Power of Social Structure, che espone la teoria emergentista di Dave Elder-Vass. In questo contesto felice, Making the Social World è il nuovo e atteso libro di John Searle di filosofia sociale o meglio, come egli ora propone di chiamarla, di filosofia della società, cioè di quella disciplina che studia la natura della società umana (p. 5, trad. it. p. 3). L'opera costituisce, come indica lo stesso Searle, lo sviluppo dell'ormai celebre La costruzione della realtà sociale (1995). Quest'ultima segnò l'avvio di una fiorente stagione di ricerche in ontologia sociale e, per alcuni aspetti, resta ancora oggi un'opera insuperata, dato che mantiene il proprio valore, dopo molti dibattiti e nonostante le critiche ricevute. Making the Social World infatti consiste nella formulazione di una teoria generale della realtà sociale della quale La costruzione della realtà sociale costituisce la teoria speciale, come l'autore stesso puntualizza (p. 19, trad. it. p. 22). Nel complesso però, per presentare la filosofia della società di Searle, Making the Social World è una pietra miliare. Esso infatti integra, corregge e amplia in direzioni importanti il libro precedente così che, nel complesso, sulla realtà sociale propone una teoria esplicativa che risulta più potente, per il numero e la difficoltà dei fenomeni che spiega, e più acuta, per la precisione con cui sviscera questioni complesse.
Sarebbe riduttivo guardare all'opera tenendo solo conto del suo immediato predecessore, cioè appunto La costruzione della realtà sociale. Il nuovo libro di Searle infatti è la sintesi, l'applicazione e lo sviluppo delle ricerche di una vita che, come è noto, egli ha inizialmente dedicato allo studio del linguaggio, poi alla filosofia della mente e, più di recente, alla filosofia dell'azione. Searle fa tesoro delle sue ricerche precedenti, così che Making the Social World è una summa del suo pensiero, la quale risulta organica e orientata teoreticamente, secondo lo stile della migliore filosofia analitica. L'interesse per la filosofia della società è però per Searle solo un passaggio, per quanto importante, di una ricerca più vasta. Egli la sintetizza, giocando con le assonanze, nei quesiti: come si passa dagli elettroni alle elezioni e dai protoni ai presidenti? Detto in termini più seriosi, il quesito riguarda il problema del rapporto tra la concezione scientifica del mondo, per come esso è descritto nella fisica e nella chimica, e ciò che sappiamo di noi stessi, come esseri umani, per cui parliamo di coscienza, intenzionalità, libertà, linguaggio, società, estetica e obblighi politici (p. 3, trad. it. p. 1). La risposta di Searle, detto in estrema sintesi, è che vi è continuità tra il fisico e il sociale, perché il sociale è costruito e mantenuto in essere a partire dal fisico, sulla base delle qualità fisiche (p.e. coscienza, intenzionalità) di colui che opera la costruzione, cioè l'uomo.
Letture critiche

John R. Searle, Making the Social World: The Structure of Human Civili-zation, Oxford University Press, 2010, pp. 208
di Gian Paolo Terravecchia
05.02.2011