Letture critiche

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Achille C. Varzi e Claudio Calosi, "Le tribolazioni del filosofare", Laterza, Roma - Bari, pp. 269.

di Stefano Vaselli
31.10.2016

Leggere Le tribolazioni del filosofare di Achille C. Varzi e Claudio Calosi è un esercizio difficile e per tantissimi aspetti – che non sarebbe affatto inutile elencare, non fossero numerosi – uno sforzo di caratura esemplare. Un'esemplarità rappresentata, secondo chi lo presenta qui all'attenzione del-la lettrice o del lettore, dall'effetto che costringe a spogliarsi, letteralmente, delle proprie abitudini, il cultore di questa materia, ma soprattutto dalle abitudini di pensiero e azioni tipiche di chi si trovi a insegnare filosofia a per-sone più giovani in un sistema educativo che, tanto nella scuola come nell'accademica, è ancor fin troppo influenzato dallo storicismo, ovvero dall'idea che sia il relativizzabile contesto storico più di ogni altra cosa a spiegare la genesi di questa o quella teoria o famiglia di teorie filosofiche.

Ed ecco, allora, la geniale soluzione letteraria di Achille Varzi e Clau-dio Calosi: inquadrare la maggior parte delle principali teorie filosofiche del passato, remoto o prossimo, nel loro porsi o nel loro essere "stati di cose" ormai divenuti o, meglio ancora, immortalati come eterni, e non come sem-plici eventi di una vicenda storica e, in quanto storica, approfondibile solo penetrandone i processi evolutivi. I paradigmi filosofici appaiono, così, dati una volta per tutte, nell'eternità, appunto, di bizzarri – ma al tempo stesso umanissimi – bias cognitivi e psicologici, errori "costitutivi", puniti con tra-gicomiche pene, contrappassi commisurati alla natura e alla gravità dell'errore filosofico di cui si sta parlando, fino alla vera commedia dell'assurdo.

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