Letture critiche

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Filippo Domaneschi, "Introduzione alla pragmatica", Roma, Carocci, Collana Studi Superiori, 2014, pp. 315.

di Francesca Ervas
30.01.2016

La pragmatica – scriveva Charles Morris nel 1938 – è lo studio dei segni in relazione ai parlanti. La pragmatica riguarda dunque non tanto i segni o il linguaggio in sé, ma l'uso del linguaggio nei svariati contesti comunicativi in cui i parlanti abitualmente si trovano. Tuttavia per lungo tempo la pragmatica è stata considerata come il "cestino della spazzatura" (Bar-Hillel 1971) dei fenomeni linguistici che sfuggono alle spiegazioni formali e generali delle teorie sintattiche e semantiche, proprio perché legati agli aspetti particolari del linguaggio in contesti d'uso. Nel testo Introduzione alla pragmatica, pubblicato a Roma da Carocci nel 2014, Filippo Domaneschi mostra da un lato quanto possa essere appassionante e produttivo rovistare tra questa "spazzatura linguistica", analizzando esempi concreti d'uso del linguaggio, e d'altra parte quanto l'analisi della relazione tra segni e parlanti abbia bisogno di fini strumenti teorici. Il testo Introduzione alla pragmatica si propone perciò di guidare il lettore dalle origini della disciplina ai suoi sviluppi contemporanei, seguendo queste due prospettive complementari: 1) osservazione di come i parlanti usano il linguaggio in circostanze reali e 2) analisi dell'apparato teorico che descrive e/o spiega il comportamento linguistico dei parlanti.

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