Letture critiche

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Vincenzo Fano, "Le lettere immaginarie di Democrito alla figlia. Un invito alla filosofia", Carocci, Roma, 2018, pp. 141.

di Stefano Vaselli
31.01.2019

Le lettere immaginarie di Democrito alla figlia è il nuovo importante volu-me di Vincenzo Fano per la casa editrice romana Carocci, dopo il bellissimo volume I paradossi di Zenone, che è alla sua seconda ristampa.L'autore, un epistemologo specializzato in studi e in riflessioni di rilievo internazionale nel campo della filosofia della fisica, è attualmente docente ordinario di Logica e Filosofia della Scienza presso l'Università "Carlo Bo" di Urbino. Il libro, assai godibile e colloquiale nell'eloquio, ma non per questo leggero o indulgente in eccessive libertà stilistiche, esibisce a parere di chi scrive due eccellenti proprietà editoriali e scientifiche: la proprietà di scrittura, as-sai raramente incline all'autocompiacimento retorico, e il metodo espositivo e argomentativo, rigoroso, asciutto, cadenzato da contrappunti di innocente licenza letteraria, laddove, di tanto in tanto, immedesimandosi nell'immaginario io-narrante, un novello e italico "Neo Democrito", mitten-te di queste Lettere, ad una immaginaria figlia, l'autore di fantasia e l'autore reale scelgono di fondersi in un solo personaggio, e di farlo usque ad finem, assumendo le empatiche tonalità di un padre molto ammalato, forse di una malattia grave, forse di un male "a prognosi infausta"; il che finisce inevita-bilmente per rendere il peso delle riflessioni del "Neo Democrito" il conte-nuto di un vero e proprio testamento filosofico. Tale curvatura empatica non risulta mai fuori tono o dalle righe, anzi, contribuisce a rendere l'atmosfera del testo "quotidiana" ma al tempo stesso dotata della dignità di un parresia-ste, come dovrebbe essere quella di un saggio in forma epistolare, e come di fatto era impostato il tono altamente confidenziale delle lettere dei grandi autori dei testi epistolari della filosofia antica, classica ed ellenistica, dal Democrito "senior" a Platone, da Epicuro a Lucio Anneo Seneca.

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