Hilary Putnam è stato inequivocabilmente uno dei protagonisti di primis-simo piano del panorama filosofico dalla seconda metà del Novecento in poi, con contributi fondamentali in campi quali la filosofia della scienza, la filosofia della matematica, la filosofia della logica, la filosofia della mente, la computer science, l'epistemologia, la filosofia del linguaggio, e nelle de-cadi più recenti anche l'etica e le questioni legate ai valori. Il suo pensiero rimane indissolubilmente, ma non esclusivamente, legato alla questione del realismo in tutti i vari ambiti del pensiero filosofico, e nel corso del tempo si è spesso modificato con l'obiettivo di elaborarne una concezione via via sempre più plausibile: si tratta dell'idea per cui il linguaggio e la conoscenza trovano nella realtà extralinguistica un elemento di riferimento ineliminabile e un termine di paragone irriducibile. Ha senso pensare che al di fuori delle nostre pratiche conoscitive vi sia una realtà indipendente da noi – ma che esercita su di noi un'influenza fondamentale – e che può tuttavia essere conosciuta, spiegata e compresa in linea di principio per mezzo dei nostri sforzi conoscitivi.
Letture critiche

Massimo Dell'Utri, "Putnam", Roma, Carocci, 2020, pp. 248.
di Pietro Salis
31.01.2021