Quantum Computingsince Democritus (QCD) non è un libro di filosofia, non è un libro di fisica e non è nemmeno (strettamente parlando) un libro di quantum computing (nonostante il titolo – ma d'altra parte il povero Democrito compare sì e no in tre pagine). Non è un libro di testoper un corso universitario (anche se nasce dalle lezioni dell'autore a Waterloo nel 2006, tuttora disponibili liberamente online), ma non è nemmeno un saggio per il tipico educatedreader (a meno che non sia *molto*educated). QCD è stato descritto da Dave Bacon di Google come un 'poema travestito da appunti di lezione', e non credo potremo fare meglio; tuttavia, se non è chiaro nemmeno ad un ontologo come classificarlo nella tassonomia editoriale standard, è chiarissimo quali siano i motivi per leggerlo – tre contenutistici, uno formale:
Letture critiche

Scott Aaronson, "Quantum Computing since Democritus", Cambridge University Press, Cambridge, 2013, pp. 370.
di Jacopo Tagliabue
26.04.2014