Forse in nessuna epoca storica più che in quella a noi contemporanea la politica si è trovata di fronte al bisogno di coniare parole nuove, in grado di muovere l'opinione pubblica e di modificare i significati dei concetti ereditati da una tradizione filosofico-giuridica immensa. Capire il vero senso di quelle parole e in che modo esse oscillino tra demagogia e fondatezza teoretica dovrebbe essere la vera sfida della filosofia politica. Caratterizzato da un nuovo tipo di guerra globale, nel quale le categorie di amico e nemico si deformano di volta in volta assumendo sfumature differenti, il mondo contemporaneo vive infatti del reiterarsi di stati d'eccezione che mettono in serio dubbio la pertinenza e l'attualità del paradigma statuale affermatosi con il sorgere dello Stato-Nazione, per il quale il potere era semplicemente la verticale di una piramide sociale avente per base il territorio delimitato dai confini. Così, se Aristotele aveva individuato nel concetto di spazialità pubblica la chiave di volta per la comprensione dei rapporti di potere all'interno della polis, il volume a cura di Trucchio dimostra che il filosofo, per non perdere la sfida con la modernità, dovrebbe riflettere sul continuo divenire dei concetti giuridici e degli spazi geopolitici, accentuato dall'inesauribile processo di globalizzazione che investe popoli, Stati e mercati. Se oggi si discute dello status giuridico dei migranti, del potere sulla vita nuda, dell'irregolarità dei conflitti, è anche perché, evidentemente, alla svolta cosmopolitica del mercato e della convivenza globale non è corrisposto alcun sostanziale rinnovamento delle categorie giuridico-filosofiche preposte alla comprensione di questi fenomeni.
Letture critiche

Aldo Trucchio (a cura di), Cartografie di guerra. Le ragioni della convivenza a partire da Kant, Milano-Udine, Mimesis, 2011, pp. 227.
di Michele Cardani
29.03.2013