"Adamo dette il nome a ogni animale domestico, a tutti gli uccelli del cielo e a ogni animale della campagna". Così nel Genesi viene spiegato il momento in cui il linguaggio e i nomi hanno origine: un atto di creazione del primo uomo. Questa spiegazione ha tuttavia lasciato aperti molti dilemmi, già discussi dai filosofi dell'antichità e oggi riletti alla luce degli strumenti e metodi delle scienze umane contemporanee. Linguisti, psicologi, filosofi, antropologi, neuroscienziati affrontano oggi il tema dell'acquisizione del linguaggio non solo da un punto di vista (filogenetico) sull'origine dei primi nomi, ma dalla prospettiva che esamina i processi (ontogenetici) di comparsa, estensione e talvolta perdita della conoscenza delle parole. Il lessico, infatti, ha le sue tappe caratteristiche nel corso dell'acquisizione delle parole nell'età evolutiva, nei bambini, quando il linguaggio prende forma. Lo studio di questo percorso, la cui analisi richiede una prospettiva sia linguistica che psicologica, è imprescindibile per chi intenda fornire un'interpretazione alla natura e alla struttura del lessico. Altrettanto importante, a tal fine, risulta non solo il "farsi" ma anche il "disfarsi" del linguaggio, come mise in evidenza per la prima volta Roman Jakobson (1963). Quando la naturale conquista del lessico risulta compromessa da patologie del linguaggio, quali le afasie, i meccanismi sottostanti alla comprensione del lessico emergono e diventano così visibili allo studioso.
Letture critiche

Grazia Basile, La conquista delle parole. Per una storia naturale della denominazione, Roma, Carocci, 2012, pp. 225
di Elisabetta Gola
23.06.2013