Di essere anche animali, lo capiamo tutti abbastanza facilmente. Ma convincersi veramente che tali dobbiamo continuare a considerarci nonostante la nostra formidabile capacità di comunicazione linguistica, si rivela di gran lunga più impegnativo. Per maturare una simile convinzione circa la natura umana occorre emanciparsi da un pregiudizio davvero assai seducente e influente: l'antropocentrismo, che spinge a considerare gli umani qualcosa di speciale e, in definitiva, superiore rispetto a tutto il resto del mondo naturale. La motivata convinzione di Francesco Ferretti e Ines Adornetti è che oggi un simile pregiudizio risulti rafforzato nel modo più insidioso dai sostenitori della tradizione cartesiana. Più precisamente: dalla loro convinzione che la creatività e la flessibilità tipiche del linguaggio umano costituirebbero la prova più convincente della differenza qualitativa esistente tra Homo sapiens e le stesse scimmie a noi evolutivamente più vicine. Queste sarebbero incapaci di pensare perché incapaci di parlare. Dalla comunicazione al linguaggio, invece, dimostra con documentazione accuratissima e logica stringente le ragioni per cui è veramente tempo di non concepire più il linguaggio come condizione di possibilità del pensiero.
Letture critiche

Francesco Ferretti, Ines Adornetti, "Dalla comunicazione al linguaggio. Scimmie, ominidi e umani in una prospettiva darwiniana", Milano, Mondadori Università, 2012, pp. 215.
di Orlando Franceschelli
05.04.2013