Letture critiche

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Matteo Morganti, "Combining Science and Metaphysics. Contemporary Physics, Conceptual Revision and Common Sense", Londra, Palgrave Macmillan, 2013, pp. 224

di Emanuele Rossanese
01.04.2015

Definire quale rapporto ci sia tra filosofia e scienza e quale sia il ruolo che la prima ha nell'analisi dei risultati delle nostre teorie scientifiche è, senza dubbio, una questione molto complessa. Il libro di Matteo Morganti, Combining Science and Metaphysics, cerca tuttavia di fare chiarezza su quale sia la migliore metodologia che una filosofia – o, più precisamente, una metafisica – che voglia essere continua alla scienza debba adottare. In passato si sono susseguite diverse dichiarazioni circa l'inutilità di quella che potremmo definire filosofia prima. Si pensi, per esempio, alle severe critiche che Bacon, Hume e Locke hanno mosso contro la Scolastica, suggerendo come non sia mai possibile (né legittimo) andare al di là dell'esperienza. L'obiettivo polemico di questi autori era quindi l'idea che si potesse avere una filosofia che studiasse i concetti e le categorie della nostra conoscenza indipendentemente dalle conoscenze che venivano appunto dalle teorie scientifiche. Queste ultime hanno a che fare con la nostra esperienza e con le osservazioni sperimentali, e quindi erano (e sono) spesso ritenute come più concrete, proprio perché testabili attraverso il vaglio dell'esperienza.

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