Open Problems

- Saggi
Function Pluralism in Biology. An Open Problem
di Claudio Davini
Questo articolo si pone l'obiettivo di presentare un problema di assoluta rilevanza per la filosofia della biologia contemporanea, ossia il problema del pluralismo delle funzioni biologiche. Secondo la visione più diffusa tra i filosofi della biologia, le due principali nozioni di funzione biologica corrispondono rispettivamente alla teoria degli effetti selezionati e alla teoria del ruolo causale. Stando a una lettura tradizionale di questa visione, il pluralismo delle funzioni biologiche consiste nell'idea che le funzioni biologiche definite dalla teoria degli effetti selezionati vengano utilizzate solamente nel contesto della biologia evoluzionistica e che le funzioni biologiche definite dalla teoria del ruolo causale vengano invece utilizzate in tutti quei contesti in cui i biologi non si occupano direttamente di selezione naturale intesa in senso evoluzionistico. Per questo motivo, la letteratura si è riferita a una simile forma di pluralismo funzionale con l'espressione "between-discipline pluralism". Tuttavia, negli ultimi anni sono state sviluppate diverse obiezioni nei confronti di questo genere di pluralismo ed è stata avanzata la proposta di accettare il cosiddetto "within-discipline pluralism". In questo articolo, presenterò sia le argomentazioni che sono state portate a sostegno del "between-discipline pluralism" sia le argomentazioni che invece gli sono state rivolte contro; farò poi vedere come queste ultime argomentazioni motivino il "within-discipline pluralism; infine, introdurrò un'argomentazione in favore di questa nuova forma di pluralismo delle funzioni biologiche.

- Saggi
What Is Mathematical Rigor?
di John P. Burgess, Silvia De Toffoli
Una dimostrazione rigorosa dovrebbe garantire che le premesse che vengono invocate implichino la conclusione raggiunta, e il problema del rigore consiste nel conciliare la prospettiva della logica formale e quella della pratica matematica su come ciò avvenga. Questo problema ha recentemente sollevato molte discussioni tra i filosofi della matematica. Esamineremo qui alcune possibili soluzioni e mostreremo che la mancata chiarezza sui termini del problema ha portato a incomprensioni nella letteratura.

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Why Open Texture?
di Marina Imocrante, Luca Zanetti
Nel 1945 Friedrich Waismann introduce la nozione di open texture o porosità con riferimento alla natura dei concetti ordinari: secondo Waismann, un concetto non può mai essere introdotto in maniera tale da risultare definito "in tutte le direzioni possibili"; al contrario, le definizioni sono "sempre correggibili o modificabili". La nozione waismanniana suscita una rinnovata attenzione nel dibattito contemporaneo, in particolare in relazione alle questioni del cambiamento concettuale, della vaghezza, dell'esplicazione, dei concetti formali, e della cd. ingegneria concettuale; questo breve contributo presenta un problema aperto per la tesi che i nostri concetti, specialmente quelli logici e matematici, esibiscono open texture.

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Molyneux's Puzzle: Philosophical, Biological and Experimental Aspects of an Open Problem
di Gabriele Ferretti
Può un soggetto nato cieco che ha imparato a discriminare forme specifiche grazie al tatto riconoscere immediatamente, nel caso in cui la sua visione venisse ripristinata improvvisamente, le stesse forme poste davanti ai suoi occhi usando la vista? Questa è la famosa domanda di Molyneux. Questo articolo spiega perché tale domanda rappresenta ancora un problema aperto per scienziati della visione e filosofi. L'articolo si concentrerà sui seguenti cruciali aspetti riguardanti l'indagine di tale problema: (i) l'interpretazione della domanda; (ii) la possibilità di ripristinare la visione della cecità, in relazione a (ii a) i problemi biologici che dobbiamo affrontare quando cerchiamo di ripristinare la visione in maniera soddisfacente e (ii b) i problemi sperimentali che dobbiamo affrontare quando cerchiamo di testare se la visione è stata ripristinata in maniera soddisfacente. L'analisi di questi tre aspetti importanti del problema affrontato in questa sede ci condurrà alla comprensione di cosa possiamo (e cosa non possiamo) fare al momento, quando proviamo a rispondere a tale domanda. Ciò sarà possibile affrontando il problema da una prospettiva interdisciplinare, alla luce di ciò che sappiamo sulla visione dall'oftalmologia, dalle neuroscienze della visione, dalla biologia, dalla fenomenologia e dalla filosofia analitica della visione.

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Partial Truth: An Open Problem
di Matteo Plebani
Di recente la nozione di verità parziale ha attirato l'attenzione di filosofi e logici. Questa nota presenta brevemente un problema che una teoria della verità parziale deve risolve e discute alcuni tentativi di soluzione.

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Mental Causation
di Rodolfo Giorgi, Andrea Lavazza
Questo articolo si propone di fornire una breve panoramica del problema della causazione mentale e delle soluzioni proposte attualmente. La causazione mentale risulta infatti uno dei più difficili enigmi della filosofia della mente. Nelle prime due sezioni, offriamo una descrizione del problema e del dibattito filosofico su di esso, e mostriamo come il problema della causazione mentale sia fondamentale nella filosofia della mente contemporanea. Nella terza sezione, ci concentriamo sui modelli più popolari di causazione mentale, ovvero i resoconti di Kim e Davidson, discutendo anche le obiezioni sollevate contro di essi. Nella sezione finale, prendiamo in considerazione alcune proposte recenti tese a risolvere il problema della causazione mentale, inclusa la teoria dei poteri mentali. Data la plausibilità logica e metafisica di quasi tutte queste diverse opzioni, la conclusione è che la causalità mentale rimanga un problema aperto e sia lungi dall'essere risolto.