George Edward Moore nacque nel 1873 a Upper Norwood, un sobborgo di Londra. Figlio del medico Daniel Moore e di Henrietta Sturge, Moore trascorse l'infanzia insieme ai tre fratelli e alle quattro sorelle (il poeta Thomas Sturge Moore era suo fratello maggiore). Frequentò il Dulwich College dove ricevette una solida preparazione in latino e greco e nel 1892 entrò al Trinity College di Cambridge con l'intenzione di proseguire gli studi classici. Nel 1893 conobbe Bertrand Russell il quale, riconoscendone le doti intellettuali, lo convinse a intraprendere lo studio della filosofia. Seguì quindi i corsi di alcuni dei più importanti filosofi britannici che all'epoca insegnavano a Cambridge – Henry Sidgwick, James Ward, George F. Stout e John Ellis McTaggart – e nel 1896 ottenne la laurea in filosofia (Moral Sciences Tripos) e in lettere classiche (Classical Tripos). La vera e propria carriera di Moore inizia nel 1898 quando riesce a ottenere una Prize Fellowship della durata di sei anni al Trinity. Da questo anno fino al 1903 Moore scrive e pubblica una cospicua quantità di saggi che lo rendono una autorità filosofica già in giovane età. Superata una breve fase di adesione all'idealismo di F. H. Bradley, nel 1899 pubblica l'articolo The Nature of Judgement che, proponendo una metafisica realista, pluralista e anti-empirista, è considerato il primo passo nella nascita della filosofia analitica in Gran Bretagna. La visione che avanza contribuisce in modo decisivo alla costruzione dei presupposti dei Principles of Mathematics di Russell e rappresenta una delle fonti della concezione della filosofia come analisi. Nel 1903 vengono pubblicati i Principia Ethica e l'articolo The Refutation of Idealism. Nel 1904 Moore si trasferisce a Edimburgo e grazie all'eredità giuntagli a seguito della morte dei genitori dispone del sostegno economico sufficiente a proseguire il lavoro filosofico. In questo periodo scrive articoli e tiene a Londra un gruppo di lezioni dal titolo Some Main Problems of Philosophy (pubblicate nel 1953) in cui sviluppa una forma di realismo indiretto e cerca una esplicita convergenza con il senso comune. Nel 1911 ottiene una Lectureship (in Psychology) a Cambridge per il Moral Sciences Tripos e inizia la sua carriera nell'insegnamento che durerà per ventotto anni. Nel 1912, tramite Russell, viene a conoscenza di Wittgenstein. Dopo un periodo di contatti sporadici, i rapporti tra i due si intensificano negli anni '30, con il ritorno di Wittgenstein a Cambridge. Nel 1916 sposa una sua ex studentessa, Dorothy Mildred Ely (1892-1977) con la quale vive un matrimonio lungo e felice da cui nascono due figli, Nicholas e Timothy Moore. All'inizio degli anni '20 conosce e lavora con F. P. Ramsey e nel 1921 diventa Editor di Mind. Nel 1925 ottiene una Professorship (in Mental Philosophy and Logic) a Cambridge e nel 1939 decide di ritirarsi senza rinunciare a tenere alcune lezioni a Oxford. Nel 1940, su suggerimento di amici e colleghi, si reca negli Stati Uniti con la moglie per sfuggire alla difficile situazione bellica. Nel 1940 è Visiting Professor allo Smith College di New York; nel 1941 è al Mills College in California e poi di nuovo a New York alla Columbia University. Muore a Cambridge il 24 Ottobre 1958 e viene seppellito nell'Ascension Parish Burial Ground accanto alle tombe di Desmond MacCarthy e Ludwig Wittgenstein.
Profili
George Edward Moore
di Francesco Pesci
09.04.2013
G. E. Moore (1873-1958) è stato un filosofo britannico che ha contribuito in modo decisivo alla nascita della filosofia analitica. Sebbene non abbia goduto delle stessa notorietà di Russell e Wittgenstein al di fuori del mondo accademico, la sua influenza è stata profonda e durevole nel dettare l'agenda della tradizione analitica. Dai sui contributi iniziali nel superamento dell'idealismo britannico (Bradley, McTaggart), fino ai saggi maturi sul senso comune e gli attacchi allo scetticismo, le sue posizioni sono state oggetto di critiche e apprezzamenti e hanno costantemente svolto un ruolo decisivo nell'orientare il dibattito filosofico. Un posto particolare è da assegnare ai Principia Ethica (1903) con la pubblicazione dei quali si fa convenzionalmente iniziare la storia dell'etica analitica, che per più di cinquant'anni si è affidata all'analisi concettuale come lo strumento per rivelare gli impegni ontologici e semantici impliciti nei nostri giudizi di valore.