Il 23 giugno 1912 nasceva a Londra Alan Mathison Turing, uno dei più importanti e controversi scienziati del secolo scorso. Figlio di un burocrate imperiale, trascorse parte della sua infanzia e adolescenza nei collegi britannici. Fin da piccolo mostrava un grande interesse per le attività di ricerca scientifica e in particolare per la soluzione dei problemi matematici. Nella interessante biografia scritta dalla madre poco dopo la sua morte (Sara Turing 1959/2012) si riportano molti dei giudizi dei suoi maestri, alcuni lusinghieri, mentre altri molto critici. Il personaggio Turing fin da ragazzo si prestava poco ad essere inquadrato negli schemi e a sottoporsi alle ferree regole delle scuole private inglesi. Il preside della Sherborne School scriveva alla madre lettere di questo tenore "E' il tipo di ragazzo che costituirà probabilmente un problema in qualsiasi scuola o comunità, essendo in un certo senso piuttosto antisociale. Ma ritengo che nella nostra comunità abbia buone opportunità di sviluppare le sue speciali capacità e allo stesso tempo imparare un po' l'arte di vivere " (Sara Turing, 1959/2012, p. 28, trad. TN). Alla Sherborne School Turing trascorse gli anni dal 1926 al 1931 per passare poi al King's College di Cambridge a studiare Matematica, un contesto per lui molto più familiare e indicato. Nel 1935 viene eletto Fellow del King's e segue le lezioni di Max Newman sui fondamenti della matematica. E' nell'ambito di questo corso che lavora al famoso articolo "On computable numbers" (di cui tratteremo nei parr. 1.2-3). L'articolo verrà pubblicato tra il 1936 e il 1937. Turing nel frattempo su consiglio di Newman partì per Princeton dove lavorò alla tesi di dottorato sotto la guida di Alonzo Church. Nel periodo trascorso a Princeton (1936-1938), Turing incontrò sicuramente John von Neumann e venne da lui tanto apprezzato da ricevere una lettera di raccomandazione per la borsa di studio del suo secondo anno accademico trascorso a Princeton. Pur essendo stato invitato da von Neumann a restare a Princeton come suo assistente, Turing rifiutò di restare oltre il secondo anno negli Stati Uniti e rientrò al King's per un anno accademico, quello del 1938-1939. La permanenza all'università fu di breve durata perché ben presto lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale richiese il contributo di tutti gli scienziati in grado di collaborare. Turing fu chiamato a Bletchley Park, il luogo segretissimo dove si decodificavano le macchine elettromeccaniche usate dai Tedeschi per inviare comunicazioni segrete tra i vari comandi. Turing si dedicò alla decodifica di una delle macchine considerate impossibili da decodificare e per questo negletta dalla maggior parte degli scienziati, l'ENIGMA Navale. Turing progettò una macchina per facilitare la decodifica, la Bombe, a partire dai risultati ottenuti precedentemente in Polonia. Entro il 1942 Turing ottenne un metodo che permise la decodifica dell'Enigma Navale. Dal Novembre del 1942 al Marzo 1943 trascorse anche cinque mesi negli Stati Uniti; fu in questo periodo che incontrò senz'altro Claude Shannon ai Bell Labs e discusse con lui della teoria dell'informazione alla quale Shannon stava lavorando in quel periodo. Alla fine della Guerra, accettò la proposta di lavorare per il National Physical Laboratory (NPL) al progetto di una macchina elettronica a programma memorizzato. Tuttavia il suo progetto era molto più ambizioso rispetto a quello degli ingegneri con i quali lo avrebbe dovuto condividere. Turing, infatti, lavorava fin dal principio al progetto di una macchina capace di comportamenti intelligenti e non era interessato semplicemente alla costruzione di un piccolo dispositivo per eseguire calcoli. La sua insoddisfazione per il procedere dei lavori si manifestò ben presto nella richiesta di un anno sabbatico da trascorrere al suo amato King's College di Cambridge. Il permesso gli viene accordato e tra settembre 1947 e giugno/luglio 1948 Turing lavorò all'università. Non sarebbe mai più tornato al NPL, sebbene avesse promesso il contrario. Raggiunse invece il suo vecchio maestro Max Newman che lo invitò a lavorare alla Manchester University, da ottobre del 1948, dove si stava costruendo un'altra macchina elettronica a programma memorizzato, il Mark I. Questo progetto non era quello di Turing, ed egli si occupò solo del software della macchina. Durante la permanenza a Cambridge e nei primi anni di Manchester le sue ricerche si concentrarono sulla possibilità di ottenere macchine intelligenti, o almeno capaci di svolgere compiti considerati intelligenti da un pubblico di inesperti. Successivamente a Manchester si dedicò alla nuova area di studi di morfogenesi, attualmente considerati come una parte della genetica matematica e che restarono largamente incompiuti al momento della sua precoce scomparsa. In quel periodo frequentò saltuariamente le riunioni del Ratio Club, un gruppo di studiosi britannici, provenienti da diverse discipline riuniti a Londra intorno alla figura di John Bates. Turing presentò due volte le sue ricerche: discusse gli studi sull'intelligenza meccanica e quelli sulla morfogenesi, mostrando un decisivo interesse per l'agenda di ricerca di questo gruppo di studiosi eclettici e impegnati (Per maggiori dettagli vedi Husbands e Holland 2008). Gli anni di Manchester furono anche caratterizzati dal processo per omosessualità che lo vide protagonista nel 1952 dal quale uscì con una condanna tramutata in una cura ormonale, ciò che attualmente sarebbe considerata una vera e propria castrazione chimica. Il trattamento lo aveva spinto anche a vedere uno psicologo e sicuramente contribuì ad aumentare il livello di instabilità del suo carattere. Il 7 giugno 1954 morì, molto probabilmente suicida, dopo aver avvelenato una mela con il cianuro, memore della storia di Biancaneve che lo aveva da sempre affascinato. E' difficile dar conto della capacità creativa e della multiforme attività scientifica di Alan Turing, così come è impossibile sottovalutarne il contributo alla scienza del secolo scorso. Le celebrazioni che sono avvenute in tutto il mondo nel 2012 per il centenario della sua nascita hanno confermato la ricchezza della sua eredità e l'ampiezza della sua influenza in tanti campi della scienza. Resta però evidente che il contributo più notevole, insieme più duraturo e più sorprendente che ha davvero reso la sua memoria incancellabile è l'invenzione delle Macchine di Turing e i risultati ottenuti nell'ambito della teoria della computabilità.
Profili
Alan Mathison Turing
di Marcello Frixione, Teresa Numerico
09.04.2013
L'anno scorso in tutto il mondo è stata celebrata la figura di Alan Turing, il genio britannico che ha cambiato radicalmente la storia della scienza e della tecnologia con i suoi sorprendenti risultati. I suoi lavori furono rivoluzionari nei campi più diversi, dalla matematica alla teoria della computabilità, dall'informatica all'intelligenza meccanica, dalla criptanalisi alla biologia matematica. Tra i suoi risultati più notevoli la soluzione negativa del problema della decisione, l'idea di Macchina Universale, la decodifica del codice Enigma durante la II Guerra Mondiale, il progetto di una delle prime macchine elettroniche a programma memorizzato chiamata ACE, una evidente influenza sul progetto di macchina elettronica di von Neumann, la prima ipotesi di strategie per l'intelligenza meccanica in Gran Bretagna, il test per l'intelligenza delle macchine che porta il suo nome, alcuni importanti risultati in biologia matematica. Il presente profilo cerca, sia pure nei limiti di spazio consentiti, di dare conto dei più rilevanti risultati della sua ricerca tentando anche una ricostruzione culturale del contesto nel quale essi maturarono.