Arthur C. Danto nasce il primo gennaio 1924 ad Ann Arbor, nel Michigan (Stati Uniti d'America). Cresciuto a Detroit, si forma nelle discipline umanistiche e storiche alla Wayne State University. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca alla Columbia University di New York, decide di abbandonare la carriera d'artista, nella quale pure andava riscuotendo un qualche successo, per dedicarsi completamente alla filosofia. Dal 1949 al 1950 trascorre un anno a Parigi studiando sotto la guida di Maurice Merleau-Ponty; nel 1951 ritorna alla Columbia University dove insegnerà tutta la vita e dove attualmente è Johnsonian Professor Emeritus of Philosophy. La carriera di critico d'arte inizia nel 1984 con la collaborazione con The Nation, uno dei magazine liberal più influenti degli Stati Uniti, e prosegue sino al 2009; dal 2012 collabora con il Corriere della Sera.
Editor del Journal of Philosophy e di Artforum, la sua opera è stata insignita di numerosi riconoscimenti: il "Lionel Trilling Book Prize" conseguito nel 1982 per Transfiguration of the Commonplace, il "National Book Critics Circle Prize" conseguito nel 1990 per Encounters and Reflections: Art in the Historical Present, e il "Prix Philosophie" (2003), vinto per Madonna of the Future. Per la critica d'arte ricordiamo: l' "Hanover Manufacturers/Art World prize" (1984) e il "George S. Polk Award for Criticism" (1985). Ha ricevuto lauree honoris causa da università di tutto il mondo.
Profili
Arthur C. Danto
di Tiziana Andina
11.07.2012
Arthur C. Danto (1924) è un filosofo statunitense la cui vasta produzione investe ambiti quali la filosofia (analitica) della storia, l'epistemologia, la filosofia dell'azione e la filosofia dell'arte. A questo versante d'indagine va aggiunto quello dell'interesse per autori e problemi di taglio più continentale, espresso nelle monografie dedicate a Friedrich Nietzsche e a Jean-Paul Sartre e nella riflessione sulla filosofia dell'arte hegeliana. All'attività di filosofo Danto ha unito, per oltre vent'anni, quella di critico d'arte: una lunghissima collaborazione con "The Nation" e, recentemente, con il Corriere della Sera, numerose monografie dedicate ad alcuni degli artisti più influenti del ventunesimo secolo lo hanno reso uno dei critici d'arte di riferimento nel panorama artistico internazionale, oltre che una delle voci più influenti del panorama filosofico contemporaneo.