Paul Karl Feyerabend (Vienna, 1924–Genolier, 1994), tra i più celebri filosofi della scienza del Novecento, intraprende gli studi universitari nella sua città natale dopo la fi-ne della Seconda guerra mondiale, nel corso della quale aveva combattuto sul fronte orientale nelle file della Wehrmacht. Si dedica inizialmente alla storia e alla sociologia, poi alla fisica ed infine alla filosofia, conseguendo nel 1951 il dottorato di ricerca con la tesi Zur Theorie der Basissätze, preparata sotto la guida di Victor Kraft, che era stato uno dei membri del Circolo di Vienna. Nel 1952-53 approfondisce gli studi presso la London School of Economics seguendo i corsi di Karl Popper, che aveva conosciuto nel 1948; rientrato a Vienna, vi lavora come assistente di Arthur Pap. Nel 1955 ottiene, presso l'Università di Bristol, il primo incarico di insegnamento. Nel 1958 si trasferisce in California, all'Università di Berkeley, dove trascorre gran parte di una carriera nel corso della quale l'irrequietudine di cui racconta diffusamente nell'autobiografia po-stuma, Ammazzando il tempo ([1994]), lo spinge a cercare sempre nuovi incarichi in atenei di tutto il mondo; in particolare, a partire dall'inizio degli anni ottanta lavora, ol-tre che a Berkeley, presso il Politecnico di Zurigo.
Profili
Paul Karl Feyerabend
di Luca Tambolo
19.10.2014
Paul Karl Feyerabend (1924–1994), tra i più celebri filosofi della scienza del Novecento, ha dedicato la sua attenzione ai temi più disparati. La sua opera può comunque essere intesa, nel complesso, come una pervicace difesa del pluralismo. Feyerabend ha propugnato, innanzitutto, il pluralismo teorico, cioè la proliferazione di alternative alla teoria che, in un certo momento, è accettata dalla comunità scientifica. Ha inoltre difeso il pluralismo metodologico, cioè la proliferazione non solo delle teorie, ma anche dei metodi utilizzati per valutarle. Secondo Feyerabend, infatti, il pluralismo è un ingrediente fondamentale di qualunque conoscenza che voglia proclamarsi "oggettiva".