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Logica deontica

di Alessandro Pizzo
11.02.2011

La logica deontica, formulata per la prima volta in maniera compiuta nel 1951 da Georg Henrik von Wright, una figura originale nel panorama filosofico del secolo scorso, ha un rapporto stretto con la filosofia analitica. Infatti, viene considerata una logica degli usi normativi del linguaggio. La sua evoluzione, tuttavia, non è affatto pacifica, delineando un percorso di sviluppo del tutto peculiare: da una logica delle modalità enunciative ad una logica della razionalità pratica.


Il filosofo finlandese Georg Henrik von Wright (1916 – 2003) ha compiuto un itinerario intellettuale certamente originale nel panorama della filosofia europea del XX secolo. Infatti, formatosi originariamente presso l'insegnamento della curiosa figura di Eino Kaila ad Helsinki, ha in seguito conseguito il pieno successo culturale presso la cattedra di Ludwig Wittgenstein. La natura di questa collaborazione fu molto intensa se si pensa che alla morte di Wittgenstein nel 1953, von Wright ne fu esecutore testamentario (D'Agostini 2002 p. 40). Ad Oxford, in stretta relazione con il progetto analitico di Wittgenstein, von Wright ha messo a punto le idee fondamentali per una analisi del linguaggio normativo, idee in forza delle quali ha consegnato alla filosofia europea gli strumenti euristici grazie ai quale catturare, entro forme logiche ad hoc, il comportamento del linguaggio attraverso il quale vengono espresse le norme pratiche. In prima approssimazione, infatti, si può dire che la logica deontica sia un trattamento formale del linguaggio normativo, anche se, a rigore, si deve ammettere come gli studi di von Wright costituiscano una decisa "rinascita" della logica deontica in età moderna (Knuuttila 1981 p. 225 e sgg.). Le basi di questo progetto vengono gettate in due distinte, ma contemporanee, occasioni: Deontic Logic (1951) e An Essay in Modal Logic (1951). Il primo è un articolo pubblicato sulla rivista "Mind" mentre il secondo titolo è una monografia con una sezione dedicata allo studio di una «analogical modal logic which has acquired for itself the established name Deontic Logic» (1951a p. 2), una logica dei «deontic concepts of normative discourse» (1951a p. 1). In realtà, von Wright s'inserisce in un dibattito peculiare all'ambito neopositivista continentale, avviato nel 1938 dal danese Jørgensen il quale cercò di dare avvio ad una «discussion on the logical character of imperatives» (Jørgensen 1937 – 8 p. 288). Il rapporto stretto tra interesse neopositivistico per la logica degli imperativi e posteriore interesse analitico per un trattamento logico dei concetti adoperati all'interno del linguaggio normativo necessita di ulteriori commenti.

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Numero della rivista
N°03 / APhEx

Parole chiave
Logica


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