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Le entità fittizie

di Carola Barbero
06.07.2011

Le entità fittizie (quelle che troviamo nelle opere di finzione letteraria, cinematografica, pittorica, ecc.) pongono alla filosofia particolari questioni ontologiche e semantiche perché, se da un lato il fatto che siano frutto dell'immaginazione sembra spingere a favore di una loro estromissione dalla nostra ontologia, dall'altro sembra che se le escludessimo andremmo contro le nostre intuizioni riguardo alla verità degli enunciati che li coinvolgono.


Molte delle questioni sollevate riguardo alle entità fittizie potrebbero sembrare dei "problemi" riservati agli addetti ai lavori, cioè ai filosofi. D'altra parte, si potrebbe dire, che problema c'è con Hercule Poirot e Anna Karenina? Sono personaggi di romanzi, nulla più. Il punto però è più complicato: non basta sostenere che si tratta di personaggi di romanzi per eliminare il problema perché così, in realtà, non si fa altro che rimandarlo. Infatti, che cosa significa "essere il personaggio di un romanzo"? Si potrebbe rispondere dicendo che "essere il personaggio di un romanzo" significa "essere una persona che non esiste", perchè un personaggio di finzione come Anna Karenina, a differenza di una persona reale come Lady Diana, non esiste (e non è mai esistito) come individuo concreto. Ecco perché l'una è un personaggio fittizio e l'altra no. Tuttavia, si potrebbe ulteriormente obiettare, se si tratta di due tipi di "oggetti" diversi (fittizio l'uno e reale l'altro), come è possibile che condividano alcune proprietà, come quelle di essere figure femminili tristi, insoddisfatte e intenzionate a lasciare il marito andando contro tutte le convenzioni sociali? Poi, se tanto un personaggio come Madame Bovary quanto un personaggio come Anna Karenina non sono mai esistite e non sono nulla, come faremmo a distinguerle? Si potrebbe sostenere che banalmente le distinguiamo perché si chiamano in modi diversi, Emma l'una e Anna l'altra, ma che dire allora dell'Ulisse dell'Odissea e dell'Ulisse della Divina Commedia? E infine, come facciamo a stabilire – se accettiamo che entrambi non siano alcunché – che Sherlock Holmes sia più alto di Hercule Poirot?

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Numero della rivista
N°04 / APhEx

Parole chiave
Meinong, Impegno ontologico, Russell


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