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La svolta linguistica e le sue origini

di Vera Tripodi
05.12.2009

Perché la 'svolta linguistica' è una prerogativa della filosofia analitica e cosa la definì esattamente? Delle tesi che condussero al compimento di essa è possibile individuare le seguenti tre: (i) la filosofia del linguaggio è filosofia prima; (ii) i pensieri vanno 'estromessi' dalla nostra mente; (iii) i pensieri hanno un carattere pubblico e articolato.


L'espressione 'svolta linguistica' (linguistic turn) fu coniata da Richard Rorty, che la scelse come titolo per una raccolta di saggi da lui stesso curata nel 1967 e pubblicata con lo scopo di "fornire del materiale per riflettere sulla rivoluzione filosofica più recente, quella della filosofia linguistica" (Rorty 1994, p. 28). Con 'filosofia linguistica', Rorty intendeva riferirsi a quella corrente filosofica novecentesca animata dalla "convinzione che i problemi filosofici sono problemi che possono essere risolti (o dissolti) o riformando il linguaggio, o ampliando la conoscenza del linguaggio che usiamo" (Rorty 1994, p. 29). Tuttavia, in una serie di lezioni tenute all'Università di Bologna nel 1987 e pubblicate successivamente in Le origini della filosofia analitica, sarà poi Michael Dummett a precisare che la 'svolta linguistica' coincide con la nascita della cosiddetta 'filosofia analitica' la cui massima può essere sinteticamente così formulata: "il convincimento che una spiegazione filosofica del pensiero sia conseguibile attraverso una spiegazione filosofica del linguaggio" (Dummett 2001a, p. 13).

La svolta linguistica, sebbene non sia sviluppata in maniera univoca e uniforme dai filosofi di orientamento analitico, viene comunemente attribuita al grande logico e matematico Gottlob Frege, che la realizzò nella sua opera più importante di filosofia della matematica, Fondamenti dell'aritmetica, pubblicata nel 1884. Nei Fondamenti, tuttavia, Frege non fornisce nessuna giustificazione di tale svolta, "essa viene semplicemente compiuta" (Dummett 2001, p. 15). La svolta linguistica, della cui portata Frege non era del tutto consapevole, si presentò in filosofi successivi – quali Bertrand Russell, Rudolf Carnap e soprattutto Ludwig Wittgenstein – come il risultato di uno sviluppo naturale di alcuni aspetti già presenti negli scritti fregeani. Più precisamente, tale svolta verrà esplicitata da Wittgenstein nel Tractatus logico-philosophicus dove si afferma che tutta la filosofia è "critica del linguaggio" (Wittgenstein 1964, § 4.0031).
Tuttavia, l'idea che la svolta linguistica sia una prerogativa della filosofia analitica non è unanimemente condivisa. Si è sostenuto che sia possibile comprendere in essa anche autori appartenenti alla tradizione continentale poiché la centralità del problema del linguaggio è rintracciabile in quasi tutte le principali correnti filosofiche del Novecento. Tra i protagonisti principali di questa impresa dovremmo allora includere tanto Wittgenstein quanto Edmund Husserl, i quali – seppur da prospettive diverse – hanno entrambi negato il carattere mentale, psicologico e interno dei pensieri sull'esempio di Bernard Bolzano e Frege per la logica e di Franz Brentano per la psicologia. Non si può certamente negare, infatti, che diversi filosofi continentali abbiano dedicato ampio spazio nelle loro ricerche alle problematiche poste dal linguaggio. Tra i filosofi neokantiani – per esempio – Ernest Cassirer [1923] ha elaborato una concezione del linguaggio come forma logica ispirandosi agli scritti di Rudolf Hermann Lotze. A Hans-Georg Gadamer [1960] può essere attribuito invece il merito di aver rinnovato l'ermeneutica attribuendo una portata ontologica al linguaggio e a Martin Heidegger [1947] di aver offerto un'ontologia come indagine linguistica le cui questioni principali possono trovare, secondo alcuni, una risposta nella semantica formale. Manifestazioni della svolta linguistica sarebbero presenti anche nel post-strutturalismo francese il cui esponente più illustre è Michel Foucault [1966], un movimento nato dalla linguistica di Ferdinand de Saussure [1916] che ha sviluppato una concezione del linguaggio come struttura fatta di regole. Tuttavia, di seguito si assumerà come valida la tesi che la svolta linguistica coincida con la nascita della filosofia analitica, vale a dire con quello 'stile' di filosofia che nasce nel Novecento dalla riflessione fregeana sulla logica e che é caratterizzato dal rigore argomentativo e dalle vicinanze al pensiero scientifico. La ragione di ciò risiede nel fatto che la svolta linguistica é strettamente connessa alla prospettiva analitica per cui l'indagine logico-linguistica debba fornire strumenti per fare chiarezza non solo in filosofica ma anche nella matematica e nelle scienze in genere.

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