Temi

Muldimodalità del sistema nervoso

di Irene Ronga
27.06.2014

Per multimodalità del sistema nervoso si intende la capacità di alcune aree del cervello di svolgere funzioni differenti. Nel corso del Novecento, le ricerche di neurofisiologia hanno spostato la loro attenzione dallo studio della struttura del sistema nervoso e della specializzazione funzionale delle diverse regioni cerebrali, all'osservazione delle interazioni fra le aree e fra le diverse modalità sensoriali. Nel mio contributo, cercherò di mostrare come l'impiego di design ecologici negli esperimenti di neurofisiologia metta in luce la forte multimodalità del sistema nervoso umano, diffusa sia al livello della cellula singola, che al livello della regione. L'indagine neurofisiologica contemporanea e, in particolare, lo studio della multimodalità si ricollegano al dibattito filosofico e linguistico più recente, rimandando direttamente a tematiche come il radicamento esperienziale dei concetti (embodiment) e la complessità.


Fino alla fine del secolo scorso, la maggior parte degli studi di neurofisiologia e neurobiologia era rivolta a comprendere la funzione unica e specifica delle diverse aree cerebrali o di una certa popolazione di neuroni [per una review critica sul tema, ad es. Ghazanfar e Schroeder 2006, Driver e Noesselt 2008]. Per questo motivo, anche se nel mondo reale il sistema nervoso è continuamente esposto a stimoli sensoriali differenti, nel secolo scorso i paradigmi sperimentali impiegavano perlopiù una sola tipologia di stimolazione alla volta (ad esempio, unicamente visiva o uditiva). L'idea alla base di questo approccio sperimentale era che le cortecce potessero essere principalmente suddivise in:

- sensoriali primarie, specializzate nell'elaborazione di una sola categoria di stimoli (si riteneva che la corteccia uditiva primaria raccogliesse ed elaborasse solo ed esclusivamente stimoli uditivi e così via);

- associative, tipicamente multisensoriali [ad es. Felleman e Van Essen 1991].

Questo paradigma teorico prevedeva un'organizzazione gerarchica fra le cortecce, secondo cui l'input sensoriale, scomposto in base alla sua modalità, venisse elaborato separatamente nelle cortecce primarie ed unisensoriali di riferimento e soltanto in seguito inviato alle cortecce associative, dove gli stimoli ricevuti venivano esaminati globalmente [ib.]. In base a questo paradigma, una semplice esperienza multisensoriale come potrebbe essere quella del caffè che esce dalla caffettiera verrebbe immediatamente scomposta dal nostro sistema nervoso che analizzerebbe le caratteristiche di ogni stimolo in base alla sua modalità all'interno di ciascuna corteccia unisensoriale. In altre parole, la visione del caffè sarebbe esaminata separatamente dal rumore prodotto dalla caffettiera e dagli stimoli olfattivi. Solo in un secondo momento, gli stimoli elaborati dalle cortecce unisensoriali sarebbero inviati alle cortecce associative, affinché l'esperienza "caffè che esce" possa essere esaminata nel suo complesso.

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