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Responsabilità
di Filippo Santoni de Sio
08.12.2009
Responsabilità può significare molte cose: possedere obblighi legati a un ruolo, avere le qualità richieste per partecipare al "gioco" delle attribuzioni delle conseguenze delle proprie azioni, aver compiuto azioni od omissioni degne di biasimo oppure, più semplicemente, doversi fare carico di danni (o benefici) causati ad altri col proprio comportamento. Molti ritengono che le attribuzioni di colpevolezza e biasimo (la "responsabilità morale") – punto di partenza privilegiato della ricerca – siano moralmente accettabili soltanto sullo sfondo di una concezione metafisica del "libero arbitrio". In realtà, prese come sistema, esse sono moralmente giustificate soprattutto in virtù dei loro effetti positivi in termini di prevenzione di comportamenti futuri indesiderati. Certamente, nelle loro applicazioni specifiche, esse pongono anche molti altri problemi morali, non risolvibili senza il riferimento a considerazioni "metafisiche" su aspetti del concetto di persona, sulla natura della mente e dell'azione, nonché a valutazioni normative di giustizia ed equità. Analoga struttura ha l'analisi degli altri sensi di responsabilità.
In una parte rilevante del dibattito contemporaneo il problema della responsabilità è ricondotto al problema del libero arbitrio. Comprendere che cosa significa essere responsabili, in quest'ottica, significa comprendere se e come l'uomo sia metafisicamente libero dalla causazione deterministica. Questo dibattito verte pertanto sulla tradizionale domanda filosofica: la credenza nell'universale validità delle leggi causali è compatibile con quella nella libertà (e responsabilità) umana?
I cosiddetti "incompatibilisti" danno una risposta negativa. La loro posizione è ben riassunta dal cosiddetto "argomento della conseguenza" (Van Inwagen [1983]): se le mie azioni sono (deteministicamente) causate da fattori antecedenti, e questi sono a loro volta causati da quelli precedenti e così via, allora le mie azioni sono in ultima istanza l'effetto necessario di cause sulle quali non ho controllo (in quanto, per esempio, realizzatesi prima della mia nascita); poiché non si è liberi di fare ciò su cui non si ha controllo, io non sono libero di agire né responsabile delle mie azioni.
Gli incompatibilisti sono concordi nell'accettare la validità dell'"argomento della conseguenza" e nel ritenere che costituisca una sfida filosofica fondamentale per comprendere la libertà e la responsabilità. Ma poi si dividono. Alcuni, come Van Inwagen, pensano che la risposta alla sfida consista nel mostrare la falsità della premessa sulla dipendenza deterministica delle azioni dai loro antecendenti causali. Sono i "libertarians". Altri (come ad esempio G. Strawson [1986] e D. Pereboom [2001]), pensano che premesse e conclusioni dell'argomento della conseguenza siano valide, che la libertà metafisica non esista e che il compito del filosofo sia pertanto mostrare come le pratiche di attribuzione di responsabilità siano metafisicamente infondate. Sono i "deterministi".
I "compatibilsti" pensano invece che l'"argomento della conseguenza" sia difettoso. La libertà necessaria a fondare filosoficamente le pratiche di attribuzione di responsabilità non consiste infatti nella capacità di compiere azioni causalmente indeterminate ma nella presenza di altri requisiti, quali l'assenza di costrizione fisica, il possesso di certe capacità intellettive, la possibilità di previsione delle conseguenze ecc. La libertà umana, correttamente definita, è compatibile con la causalità.
Ma davvero il problema della libertà metafisica è così importante per la comprensione della responsabilità? Due tipi di considerazioni sembrano suggerire una risposta negativa. In primo luogo, alcune considerazioni filosofiche indicano come l'esistenza di genuine possibilità alternative aperte di fronte al soggetto agente non sia decisiva per attribuirgli responsabilità; inoltre, l'osservazione del reale funzionamento delle pratiche di attribuzione mette in evidenza la relativa marginalità del problema della libertà "contro-causale" per la responsabilità.
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