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Cognizione incorporata

di Silvano Zipoli Caiani
26.09.2013

L'idea che la cognizione sia una forma di elaborazione simbolica, indipendente rispetto alle proprietà del supporto materiale che la implementa, ha dominato lo sviluppo iniziale delle scienze cognitive. Oggi una parte della comunità scientifica e filosofica ritiene che questa prospettiva sia insufficiente o sbagliata, e che le caratteristiche morfologiche e dinamiche del corpo svolgano un ruolo peculiare nella genesi e nello sviluppo dei processi cognitivi. Da qui prendono le mosse una serie di proposte teoriche raccolte sotto la generale etichetta di Embodied Cognition. Scopo di questo contributo è delinearne un panorama.


Ogni disciplina ha il suo paradigma classico a cui immancabilmente si contrappone una proposta "rivoluzionaria" che ne mette in questione gli assunti fondamentali. Le scienze cognitive non fanno eccezione. Si è soliti ritenere che la svolta cognitivista avvenuta nella seconda metà dello scorso secolo abbia marginalizzato il ruolo della corporeità, considerando la forma del corpo e le relative possibilità motorie un aspetto secondario rispetto ai processi appartenenti alla cognizione centrale. Oggi, un crescente numero di scienziati e di filosofi ritengono che le caratteristiche corporee svolgano un ruolo peculiare nella genesi e nello sviluppo dei processi cognitivi. Da qui prende le mosse la proposta che passa sotto il nome di Embodied Cognition (da ora in poi cognizione incorporata).

Negli ultimi trent'anni la locuzione cognizione incorporata si è affermata quale etichetta condivisa da una famiglia eterogenea di proposte teoriche e paradigmi sperimentali. Comune ai diversi approcci che vanno sotto questo nome è l'idea che la forma e le capacità motorie ascrivibili a un corpo siano da considerarsi fattori imprescindibili allo sviluppo e al funzionamento di un sistema cognitivo. In particolare, il paradigma della cognizione incorporata enfatizza il ruolo delle possibilità d'interazione con l'ambiente associate al possesso di sistemi percettivi e di abilità motorie. Ciò conduce i sostenitori di questa visione a sostenere che la definizione di processi come la percezione, il ragionamento e il linguaggio dipendono, da un punto di vista ontologico ed epistemico, da proprietà corporee collocabili al di là dei confini stabiliti dal sistema nervoso. Oltre a essere una tesi teorica, il paradigma della cognizione incorporata fa riferimento a numerose evidenze empiriche. Studi sperimentali mostrano il sussistere di una dipendenza tra il possesso di particolari abilità cognitive da parte di un agente e le caratteristiche morfologiche e dinamiche del suo corpo, suggerendo nuovi modi di concettualizzare ed esplorare la natura dei sistemi cognitivi. Quali siano gli elementi di novità introdotti dalla cognizione incorporata e quanto si discostino dal paradigma classico delle scienze cognitive è tema di un'accesa discussione che accomuna settori disciplinari diversi come la psicologia, le neuroscienze, la linguistica e la filosofia.

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