Nei primi decenni del Novecento il cinema si è costituito come forma d'arte combinando la funzione figurativa di pittura e fotografia, la dimensione ritmica della musica, la vocazione narrativa della letteratura e la tradizione drammaturgica del teatro. Analogamente, verso la fine del secolo, la filosofia del cinema si è costituita come disciplina autonoma, nell'ambito dell'estetica analitica, combinando temi e argomenti fin lì sviluppati dalle ricerche su pittura, fotografia, musica, letteratura e teatro. In particolare, la filosofia analitica del cinema ricava dalla filosofia della musica la propria ontologia, dalla filosofia delle immagini la propria semantica, e dalla filosofia della letteratura la propria pragmatica. L'ontologia del cinema affronta infatti la domanda 'che genere di entità sono i film?' basandosi sulla nozione di type, il cui caso paradigmatico – nell'estetica analitica – è l'opera musicale. Analogamente la semantica del cinema affronta la domanda 'in che modo i film significano?' basandosi sulla nozione di depiction, il cui caso paradigmatico è l'immagine pittorica. Infine la pragmatica del cinema affronta la domanda 'per quali scopi i film sono usati?' basandosi sulle nozioni di comunicazione e narrazione, il cui caso paradigmatico è il testo letterario. Insomma, la filosofia analitica del cinema nasce e cresce in ambito estetico, trattando i film come opere d'arte che presentano importanti affinità, sotto differenti profili, con le opere musicali, pittoriche e letterarie. Tuttavia gli sviluppi della disciplina fanno emergere la consapevolezza che le affinità con altri ambiti artistici non sono sufficienti a fornire una trattazione filosofica soddisfacente delle specificità del cinema, e in fin dei conti è la limitazione stessa del cinema al dominio dell'arte a rivelarsi problematica.
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Filosofia analitica del cinema
di Enrico Terrone
22.09.2013
La filosofia analitica del cinema nasce e si sviluppa principalmente nel campo dell'estetica, ma finisce per riguardare anche altri ambiti filosofici. Il cinema è infatti un fenomeno culturale che, al pari del linguaggio, può sì dar vita a opere d'arte, ma non è circoscrivibile nel dominio dell'arte: non è riducibile a una forma d'arte. Nel testo che segue presenterò dunque il dibattito contemporaneo sul cinema approfondendo alcune questioni che risultano preliminari rispetto alla questione estetica: la questione ontologica (che modo di esistenza hanno i film?); la questione della definizione (quali sono le proprietà essenziali dei film?); la questione semantica (in che modo i film rappresentano?); la questione pragmatica (per quali scopi i film sono usati?).