La prima formulazione del paradosso della finzione è presente in Radford [1975]. Ogni formulazione del paradosso è costituita da tre premesse che appaiono vere e che, tuttavia, allorché sono accettate congiuntamente, implicano una contraddizione. Il paradosso della finzione è, al contempo, un paradosso epistemico e un paradosso metafisico: esso rivela un'apparente contraddizione sia riguardo alle nostre credenze e conoscenze sulla realtà, sia riguardo alla struttura della realtà in quanto tale. Lo studio del paradosso della finzione, dunque, è rilevante per i teorici della conoscenza e per coloro che si occupano di ontologia della finzione e di interrogativi metaontologici (ad esempio: cos'è l'esistenza? Vi sono entità che non esistono?). In questa breve presentazione, tenterò anzitutto di distinguere le formulazioni epistemiche del paradosso dalla sua formulazione metafisica, allo scopo di valutare più chiaramente le varie soluzioni proposte sia dal punto di vista epistemico, che da quello metafisico.
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Il paradosso della finzione
di Michele Paolini Paoletti
05.01.2014
Il paradosso della finzione è un paradosso molto discusso in estetica e, in misura minore, in ontologia della finzione. Esso manifesta una contraddizione nelle nostre reazioni emotive alle opere di finzione. Tale contraddizione è sia epistemica, che metafisica. In questo intervento, offrirò anzitutto tre formulazioni del paradosso: due formulazioni epistemiche ed una metafisica. In secondo luogo, esaminerò dettagliatamente e criticamente alcune soluzioni. Le soluzioni principali sono connesse alla "pretense theory" ed alle "quasi-emozioni", alla "suspension" e alla "disbelief theory", alla "thought theory". Si potrà concludere, da ultimo, che le maggiori difficoltà per ciascuna soluzione si presentano sul versante metafisico, cioè proprio sul versante che è stato indagato in misura minore nel rispondere al paradosso della finzione.