Temi

Esperimenti mentali

di Margherita Arcangeli
07.10.2012

Benché gli esperimenti mentali percorrano l'intera storia della filosofia, dall'antichità ai giorni nostri, solo negli ultimi vent'anni la locuzione "esperimento mentale" si è consolidata nel vocabolario filosofico. Nel presente contributo si discuteranno due delle questioni principali, sorte dal lungo dibattito sulla sperimentazione mentale: che cos'è un esperimento mentale? Qual è la funzione degli esperimenti mentali? A nessuna di queste domande è stata data una risposta univoca. L'"esperimento mentale" viene comunemente definito come un ragionamento su di un caso immaginario, atto a confermare o meno alcune ipotesi od una teoria, ma rimane da chiarire, da un lato, se possa essere visto come vera sperimentazione o come teorizzazione e, dall'altro, se possa davvero avere un ruolo epistemologico e giustificativo.


Negli ultimi vent'anni il vocabolario filosofico ha consolidato l'introduzione di una nuova locuzione: "esperimento mentale". Ma che cosa è un esperimento mentale? L'anello di Gige platonico (Repubblica 358a-360d), lo spettro invertito di Locke (Locke 1690/1694 II, cap. 32, §15), la "favola" darwiniana sull'evoluzione dell'occhio (Darwin 1872), Galileo sulla caduta dei corpi (Galilei 1638), Kant sulla chiralità (Kant 1768/1912), l'ascensore di Einstein (Einstein e Infeld 1938), il microscopio a raggi γ di Heisenberg (Heisenberg 1930), il cervello nella vasca di Putnam (Putnam 1981), la stanza cinese di Searle (Searle 1980), sono solo alcuni esempi di esperimenti mentali, che rendono però l'idea di quanto vasta sia la loro produzione, sia in termini contenutistici/argomentativi che storici/spaziotemporali.

Ma è possibile fornire una definizione precisa e onnicomprensiva di che cosa siano gli "esperimenti mentali"? Nonostante questa nuova parola che colora il vocabolario filosofico abbia, come vedremo, un ambito e una data di nascita ben precisi, sembrerebbe di no, ed a ragione alcuni filosofi hanno osservato che non sarebbe nemmeno proficuo tentare di farlo (es. Brown 1991b; Snooks 2006). Si rischierebbe, infatti, di allargare talmente le maglie, da rendere il concetto slabbrato e pressoché inutilizzabile.

Eppure alcune caratteristiche degli esperimenti mentali ce li rendono facilmente riconoscibili e, quindi, accomunabili. Essi vengono realizzati nel "laboratorio della mente" (Brown 1991b), coinvolgono, dunque, "osservazione" e "manipolazione" mentale. Una loro realizzazione sembrerebbe auspicabile, ma non sempre è necessaria e può non essere possibile. Si pongono altresì come obbiettivi il supportare, il contrastare o il raffinare una teoria (o un gruppo di ipotesi). Meno evidente e più problematico è come, e se, essi ottengano questo risultato.

Continua la lettura (non è necessario il reader PDF)

Scarica il file Pdf

Stampa Invia ad un amico Testo in pdf


Newsletter
Invia la tua email per iscriverti alla newsletter. Riceverai informazioni sugli aggiornamenti e sulle attività del sito


Collabora con noi. Controlla i prossimi Call for papers e invia il tuo testo. La redazione valuterà se pubblicarlo su uno dei prossimi numeri.