Il paradosso della conoscibilità è un breve argomento la cui conclusione è che se ogni verità è conoscibile, allora ogni verità è conosciuta. Se si accetta l'ulteriore plausibile assunzione che vi siano verità che di fatto nessuno conosce, dalla conclusione dell'argomento è possibile derivare che ci sono verità che è impossibile conoscere, verità inconoscibili. In generale ha destato sorpresa che un argomento molto breve e semplice, derivabile attraverso regole inferenziali apparentemente molto plausibili, fosse in grado di dimostrare un limite necessario della conoscenza – un limite non dovuto a situazioni contingenti riguardanti le nostre limitate capacità epistemiche, ma logicamente deducibile sulla base di poche plausibili premesse. L'argomento è stato da molti considerato paradossale in quanto sembra dimostrare l'esistenza di inconoscibilità necessaria a partire dalla mera contingente esistenza di ignoranza.
Alcuni filosofi hanno accettato la validità dell'argomento e tentato di trarre qualche insegnamento dalla sua conclusione. Molti altri non hanno accettato la conclusione dell'argomento e hanno tentato di "risolvere" il paradosso. Vi sono principalmente due motivi per cui si è tentato di invalidare l'argomento. Da un lato, la paradossalità dell'argomento e la sua sorprendente conclusione – una prova dell'impossibilità dell'onniscienza – nonostante la sua brevità e semplicità, hanno generato in molti filosofi un certo scetticismo riguardo alla sua validità. Dall'altro lato, la conclusione del paradosso è considerata da molti seriamente problematica per varie teorie filosofiche che assumono che ogni verità sia, almeno in linea di principio, conoscibile. Nel novero di queste teorie si possono includere l'idealismo trascendentale di Kant, il pragmatismo di Peirce, il positivismo logico e il realismo interno di Putnam. La principale teoria contemporanea minacciata dalla conclusione del paradosso è l'antirealismo semantico sostenuto da filosofi quali, per esempio, Michael Dummett e Crispin Wright.
Il presente contributo si propone di fornire una presentazione del paradosso e del dibattito filosofico che si è sviluppato intorno a tale argomento. Il contributo è suddiviso in due sezioni. Nella prima sezione espongo il paradosso (§1.1), riassumo brevemente le circostanze storiche in cui è stato introdotto nel dibattito filosofico e le motivazioni che hanno permesso che raggiungesse la sua attuale notorietà (§1.2) e considero le varie teorie filosofiche potenzialmente minacciate dall'argomento (§1.3). Nella seconda sezione presento e discuto le principali reazioni filosofiche al paradosso. Vi sono state sostanzialmente due reazioni: i) alcuni hanno accettato la validità dell'argomento, accettando la sua problematicità o sostenendo che la sua conclusione non è problematica (§2.1), ii) altri hanno rifiutato la validità dell'argomento (§2.2). La validità dell'argomento è stata messa in dubbio in due modi: alcuni hanno rifiutato come scorretta la formulazione della premessa del paradosso, il Principio della Conoscibilità, secondo il quale ogni verità sarebbe conoscibile, sostenendo che una sua revisione bloccherebbe la derivazione del paradosso (§2.2.1); altri hanno rifiutato l'inferenza dalle premesse alla conclusione contestando la legittimità delle regole logiche ed epistemiche utilizzate nell'argomento (§2.2.2).
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Il paradosso della conoscibilità
di Davide Fassio
14.01.2013
Il paradosso della conoscibilità è un breve argomento la cui conclusione è che se ogni verità è conoscibile, allora ogni verità è conosciuta. Se si accetta l'ulteriore plausibile assunzione che vi siano verità che di fatto nessuno conosce, dalla conclusione dell'argomento è possibile derivare che ci sono verità che è impossibile conoscere. L'argomento è stato da molti considerato paradossale in quanto sembra dimostrare l'esistenza di limiti epistemici necessari partendo dalla mera contingente esistenza di ignoranza. Inoltre la conclusione del paradosso è stata considerata problematica per varie teorie filosofiche, come il realismo interno di Putnam e l'antirealismo semantico di Dummett e Wright, secondo le quali ogni verità è, almeno in linea di principio, conoscibile. Il presente contributo si propone di fornire una presentazione del paradosso e del dibattito filosofico sviluppatosi intorno a tale argomento. Riassumerò brevemente le circostanze storiche in cui il paradosso è stato formulato e discusso e presenterò le varie teorie filosofiche da esso potenzialmente minacciate. Discuterò poi le principali reazioni alla conclusione del paradosso ed esaminerò le critiche di cui è stato oggetto.