Temi

La metafisica dell'incarnazione

di Anna Marmodoro
13.10.2014

Che cosa significa, dal punto di vista filosofico, l'affermazione che un essere divino "si è fatto uomo", come dichiarato nel primo concilio ecumenico della chiesa cristiana (Nicea, 325 d.C.) ? Che cosa implica? Come può una persona essere allo stesso tempo divina e umana? La tesi dell'incarnazione di un essere divino in un essere umano può essere studiata indipendentemente dall'accettazione della dottrina come un articolo di fede. Considerata in astratto la questione riguarda la possibilità filosofica che un solo ente abbia due essenze o nature tra loro incompatibili. L'incarnazione di una mente divina in un corpo umano problematizza i nostri criteri di individuazione delle sostanze tanto quanto per esempio, per ipotesi, l'"incarnazione" di una mente umana in un computer. Lo studio dell'incarnazione ha perciò un importante valore euristico dal punto di vista filosofico; prova ne sono i vari modelli esplicativi che sono stati proposti dal tempo di Nicene in poi.


Durante il primo concilio ecumenico della chiesa cristiana, che si svolse a Nicea nel 325 d.C., i vescovi riuniti concordarono un documento che (in forma modificata) divenne più tardi conosciuto come il "Credo Niceno", il quale afferma:

"Noi crediamo…in un solo Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, generato unigenito dal Padre, cioè dalla stessa sostanza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero…per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, si è incarnato e si è fatto uomo".

Da allora il tentativo di capire cosa queste parole realmente esprimano è stato al centro della filosofia della religione, come della teologia. Che cosa significa, dal punto di vista filosofico, l'affermazione che un essere divino "si è fatto uomo"? Che cosa implica? Come può una persona essere allo stesso tempo divina e umana? La tesi dell'incarnazione di un essere divino in un essere umano può essere studiata indipendentemente dall'accettazione della dottrina come un articolo di fede. Considerata in astratto la questione riguarda la possibilità filosofica che un solo ente abbia due essenze o nature tra loro incompatibili. Il caso non è analogo a quello per esempio di una madre che è anche una giocatrice di tennis. L'essere madre e tennista sono funzioni o ruoli diversi che una stessa persona può svolgere per ipotesi anche allo stesso tempo; non sono incompatibili tra di loro. Invece, come vedremo tra breve, l'essenza divina e l'essenza umana includono proprietà certamente incompatibili tra di loro, per esempio l'immortalità e la mortalità. Come ho sostenuto altrove, se concettualmente possibile, l'incarnazione di una mente divina in un corpo umano problematizza i nostri criteri di individuazione delle sostanze tanto quanto per esempio, per ipotesi, l'"incarnazione" di una mente umana in un computer [Marmodoro, Hill 2011, pp. 205-27].

Continua la lettura (non è necessario il reader PDF)

Scarica il file Pdf

Stampa Invia ad un amico Testo in pdf

Numero della rivista
N°10 / APhEx

Parole chiave
Essenza, Identità, Incarnazione


Newsletter
Invia la tua email per iscriverti alla newsletter. Riceverai informazioni sugli aggiornamenti e sulle attività del sito


Collabora con noi. Controlla i prossimi Call for papers e invia il tuo testo. La redazione valuterà se pubblicarlo su uno dei prossimi numeri.