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I modelli in economia

di Alessandra Basso, Caterina Marchionni
26.01.2015

In questa rassegna esaminiamo la letteratura filosofica che si occupa della funzione epistemologica dei modelli economici, mettendo in evidenza gli aspetti del dibattito che rimangono ancora irrisolti. In particolare, ci concentriamo sul loro ruolo epistemico, sulla validità delle inferenze da modello a mondo reale e sulla legittimità del loro utilizzo per spiegare i fenomeni economici, prevederne gli sviluppi, e guidare interventi efficaci di politica economica.


La scienza economica contemporanea si fonda prevalentemente sull'uso di modelli, sia in ambito teorico che in ambito empirico. Che si tratti di spiegare fenomeni economici, prevedere fenomeni futuri, o guidare interventi di politica economica, la teoria economica moderna è caratterizzata dalla costruzione e l'uso di modelli astratti, che si presentano spesso in forma matematica. Il loro utilizzo sistematico è tuttavia relativamente recente. La filosofa e storica dell'economia Mary Morgan [2012, p. 6] identifica quattro fasi nello sviluppo del metodo modellistico. Tra la fine del diciottesimo secolo e l'inizio del diciannovesimo secolo, abbiamo la "fase preistorica", in cui la teoria economica si presenta in forma soprattutto discorsiva e in cui si incontra soltanto qualche caso sporadico di modello. Tra cui, ad esempio, il modello di localizzazione di von Thünen [1826], che analizza la distribuzione geografica delle attività agricole attorno a un'ipotetica città isolata, ed è considerato uno dei primi modelli economici in chiave moderna. A seguire, verso la fine del diciannovesimo secolo, troviamo la "prima generazione di modelli", durante la quale alcuni economisti come Alfred Marshall e Francis Edgeworth fanno un uso sistematico di modelli. Infine, la "seconda generazione" inizia quando, tra gli anni trenta e la metà del secolo scorso, economisti come Ian Tinbergen e Paul Samuelson sviluppano il metodo modellistico più o meno nelle caratteristiche distintive che ha tuttora. È però soltanto dalla metà del secolo scorso che i modelli diventano il metodo dell'economia.

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