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Normatività

di Elisabetta Lalumera
08.12.2009

Le norme sono standard di valutazione e guidano il nostro comportamento razionale. Tutte le aree della filosofia trattano di norme e concetti normativi. Il presente contributo illustra in breve le principali questioni discusse oggi in filosofia analitica sulla norme e i concetti normativi: la domanda metafisica, la questione epistemologica, il problema della motivazione e l'estensione dell'ambito del normativo dai domini tradizionali dell'etica e teoria dell'azione, allo studio del significato e della mente.


Una norma è uno standard che determina una partizione tra ciò che è corretto o adeguato e ciò che non lo è. Così, ad esempio, le norme o regole del gioco del calcio permettono di dividere tutte le azioni che si svolgono sul campo durante una partita in due gruppi senza intersezione: quelle corrette e quelle scorrette. In più, una norma è uno standard capace di influire sul modo in cui impostiamo la nostra condotta razionale: le norme guidano, obbligano, permettono o raccomandano. In questo, non si limitano a descrivere come stanno le cose, bensì agiscono su di esse. Assumendo che la descrizione (e spiegazione) del mondo sia compito delle scienze naturali, un modo di cratterizzare la definizione della filosofia potrebbe essere quello di indicare in essa l'analisi concettuale e, in particolare, lo studio della natura delle norme e dei concetti normativi.

Chiamiamo "concetto normativo" un concetto che esprime una norma; concetti come buono, bello, giusto, proibito e doveroso sono plausibili candidati ad essere concetti normativi – concetti non normativi sono, almeno prima facie, cavallo, tredici e cantare. Il concetto bello, ad esempio, non è semplicemente il concetto che si applica a tutte e sole le cose belle; è il concetto che si applica alle cose che dobbiamo apprezzare esteticamente, in qualche senso da specificare. Il concetto cavallo, invece, si applica a tutti e soli i cavalli, ma non ci motiva a fare nulla: ha una condizione di correttezza, ma aparentemente non sembra esprimere una norma nel senso che sarà qui rilevante. La compresenza dei due aspetti – da un lato costituire la distinzione tra corretto e scorretto, o giustificazione, dall'altro guidare, o motivazione – è comune ai diversi tipi di concetti normativi: quelli normalmente chiamati "deontici", o attinenti al dovere (permesso, obbligatorio, doveroso) e quelli "assiologici", o attinenti al valore (bello, brutto, giusto e, per alcuni, vero). Secondo alcuni filosofi il concetto normativo più generale è quello di ragione, dato che una ragione è intuitivamente una norma che agisce su un soggetto: A ha una ragione per F nel caso in cui F-are sia corretto per A (Skorupski [2007], Raz [1999], [2008], vedi anche Williams [1981], [1985]).
Il problema della normatività comprende almeno quattro questioni distinte, ma correlate. La prima è ontologico-metafisica: esistono le norme, e che cosa sono? La seconda domanda è epistemologica: come conosciamo o riconosciamo le norme? C'è poi il problema della motivazione: come possono le norme influire sulla realtà motivando le nostre azioni? Il quarto problema è quello dell'estensione del concetto di norma: ci si può chiedere se, oltre alle norme dell'etica e del campo pratico, ci siano norme in altri campi, ad esempio semantiche (sull'applicazione dei termini), epistemiche (su ciò che dobbiamo possiamo credere), e norme che regolano la vita mentale (su ciò che dobbiamo sentire o precepire). Vediamo brevemente i quattro problemi nell'ordine.

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Numero della rivista
N°01 / APhEx

Parole chiave
Normatività, Metaetica, Concetti, Norme


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