Le discussioni sulla natura della causalità e sul suo dominio di applicazione accompagnano lo sviluppo del pensiero filosofico fino dalle sue origini. La filosofia ha a che fare in modo costitutivo con le condizioni del conoscere e con il suo significato e, nella misura in cui la conoscenza entra in relazione con forme causali di ragionamento, la filosofia stessa non ha dovuto attendere l'evoluzione di un pensiero scientifico maturo per mettere al centro dell'attenzione anche i problemi della causalità. Fino dai tempi in cui la distinzione tra filosofia e scienza non esisteva né di fatto né di diritto, l'evoluzione delle idee che la tradizione filosofica occidentale ha sviluppato in relazione alla nozione di causa e al principio di causalità può essere letta proprio come una storia dell'idea stessa di conoscenza: una storia che si è ulteriormente arricchita - e insieme complicata - da quando la rivoluzione scientifica del XVII secolo ha iniziato a far divergere i destini e gli ideali di filosofia e scienza.
Da un punto di vista teoretico, il concetto di causa può essere studiato in campi anche molto diversi tra loro, senza che esso perda la sua centralità in alcuno di questi campi. Il riferimento alla causa negli ambiti della metafisica e della teoria della conoscenza è naturale, ma non meno importanti sono risultate le analisi di nozioni causali nell'ambito delle discussioni filosofiche sull'esistenza di leggi della storia, così come nella filosofia della mente, nell'etica o nel particolare campo delle teorie dell'azione. Seguire da vicino l'evoluzione storica del concetto di causa nella totalità di questi ambiti - e nella totalità dei suoi snodi concettuali - è un compito che va ben al di là dei confini che ci siamo assegnati: ma alle prese con il tentativo di fornire un inquadramento delle discussioni sulla causalità, un esempio tratto dalla storia della filosofia antica può rivelarsi estremamente utile. Come noto, la discussione della natura della causalità rappresenta uno dei temi che con maggiore insistenza percorrono l'opera di Aristotele, un filosofo centrale per l'identità stessa della filosofia occidentale. Ebbene, già in Aristotele qualcosa può essere «causa» di una cosa, di un evento, di una proprietà di una cosa o di uno stato di cose, può essere «causa» come definizione e «causa» come capacità produttiva, può essere «causa» essendo anche temporalmente simultanea o addirittura successiva all' «effetto».
Nel caso di Aristotele, questo pluralismo di significati è coerente con un'interpretazione più generale della causa (aitìa), concepita sia come un fattore causale oggettivo sia come una modalità di spiegazione.
È singolare allora, ma anche profondamente significativo, che questo carattere pluridimensionale attribuito all'idea di causalità dal pensiero aristotelico si trovi a rappresentare un elemento che la discussione contemporanea ha ritrovato pienamente. Se infatti la filosofia moderna, nel suo incontro/scontro con la rivoluzione scientifica del XVII secolo ha spesso tentato di dissociare progressivamente le varie componenti della dottrina causale aristotelica, l'epistemologia odierna sembra da questo specifico punto di vista richiamarsi al carattere pluralistico della dottrina causale aristotelica, che coinvolge un autentico agglomerato di nozioni – dalla causalità al determinismo, dalla spiegazione alla legge. La riflessione contemporanea, insomma, riconosce la difficoltà di individuare un concetto univoco di causalità, adottando consapevolmente l'idea di un autentico pluralismo causale, vale a dire l'esistenza di una molteplicità di possibili significati delle nozioni di causa e di relazione causale, una molteplicità che dipende a sua volta dal particolare tipo di indagine nel quale vengono evocate nozioni causali (Hitchcock [2007a], Psillos [2009]).
Temi
Causalità
di Federico Laudisa
28.01.2012
Il concetto di causalità non soltanto attraversa l'intera storia della filosofia, dall'antichità ai giorni nostri, ma si presenta ricco di implicazioni nel rapporto tra analisi filosofica e indagine scientifica. Il presente contributo illustra e discute alcuni dei principali nodi tematici della questione, a partire da due circostanze fondamentali. In primo luogo, il consenso sempre più ampio sulla necessità di un atteggiamento pluralistico nei confronti dei diversi significati che il concetto assume in diverse aree teoriche, tanto della filosofia quanto della scienza. In secondo luogo, la varietà di implicazioni che il pluralismo causale determina alla luce della distinzione tra aspetti ontologici e aspetti epistemologici della causalità.