Letture critiche

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Luciano Floridi, Gian Paolo Terravecchia, Le parole della filosofia contemporanea, Carocci Editore, Collana Quality Paperbacks, Roma, 2009, pp. 230.

di Teodosio Orlando
26.06.2010

Il libro di Floridi e Terravecchia si presenta come un lessico di rapida ed efficace consultazione finalizzato alla spiegazione dei principali termini usati nella filosofia contemporanea, che vengono presentati e definiti in modo sintetico ed essenziale.

Nella prefazione, gli autori precisano che i destinatari del lessico sono soprattutto gli studenti della scuola superiore o dell'università al loro primo approccio con la filosofia, ma anche coloro che, pur essendo esperti in una determinata area del sapere filosofico, potranno qui trovare maggiori delucidazioni su ambiti meno noti.
In effetti, il volume presenta implicitamente alcune caratteristiche che gli autori non dichiarano apertis verbis, prima tra tutte l'ambito preciso di copertura, sia cronologico, sia disciplinare. Ad esempio, non viene precisato preliminarmente quali siano i confini cronologici della filosofia contemporanea. A livello manualistico, di solito vengono adottate due concezioni, una "stretta" e una "larga": secondo la prima, la filosofia contemporanea coinciderebbe sostanzialmente con la filosofia del secolo XX (e ormai del primo decennio del XXI), con alcune anticipazioni negli ultimi decenni dell'Ottocento. In base alla seconda, la filosofia contemporanea coinciderebbe approssimativamente con il segmento cronologico della cosiddetta "storia contemporanea", abbracciando così tutte le filosofie originatesi dopo la rivoluzione francese, a cominciare dall'idealismo classico tedesco. Del resto, anche un profilo di alcuni decenni fa intitolato La filosofia contemporanea, ad opera del filosofo Enzo Paci (Milano, Garzanti, 1974, prima edizione 1957), pur limitandosi a trattare essenzialmente la sola filosofia del '900, esordisce con le seguenti parole: «La situazione della filosofia contemporanea è in gran parte determinata dall'eredità di Kant e dalle interpretazioni che il pensiero dell'Ottocento ha creduto di poter dare della critica kantiana» (p. 7). Di una simile avvertenza questo lessico non può non tener conto, se si pensa peraltro che la terminologia filosofica di molte correnti del '900, dal neokantismo alla fenomenologia, dall'ermeneutica alle varie forme di marxismo, dal neoempirismo alle varie forme di filosofia dell'esistenza, trae origine dallo sviluppo di tendenze che rimontano ai due secoli precedenti. Il problema, di fatto, è che questa ovvia considerazione trova un'applicazione empirica e piuttosto oscillante, cosicché non sempre si è sicuri di trovare termini e concetti appartenenti ad autori non recentissimi.
Va però tenuto presente che uno dei pregi del libro è di essere in qualche modo un apripista, un groundbreaking work in senso assoluto: di solito i dizionari filosofici o ambiscono ad avere un taglio generalista, coprendo in pratica tutta la storia della filosofia (quanto meno quella occidentale), o mirano ad abbracciare una sola disciplina o un gruppo di discipline filosofiche (così sono fioriti recentemente lessici di bioetica ed etica applicata, quali, per rimanere solo all'ambito italiano, il Dizionario di bioetica, a cura di Eugenio Lecaldano, Roma-Bari, Laterza, 2007), oppure ancora si riferiscono a un autore (come il Kant-Lexicon di Eisler e la Guide for Translating Husserl di Dorion Cairns). Finora, però, nessuno si era cimentato in un dizionario di termini filosofici che prendesse in considerazione, in termini generalisti, un solo segmento, per quanto importante, della storia della filosofia. Anche per questo motivo alcune incertezze e oscillazioni risultano abbastanza scusabili, non essendoci ancora uno standard preciso o un'opera di riferimento con caratteristiche analoghe che possa servire come metro di paragone.

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