Undici settembre 1956, Massachusetts Institute of Technology (MIT), Cambridge, Stati Uniti. Allen Newell, laurea in fisica a Stanford, Herbert Simon, PhD in scienze politiche all'università di Chicago, Noam Chomsky, PhD in linguistica all'università della Pennsylvania, e George Miller, PhD in psicologia ad Harvard, presentano i risultati dei propri studi nel corso della seconda giornata del Symposium on Information Theory che si sta tenendo in quei giorni presso la prestigiosa università americana.Sono questi, nell'ordine, la data, il luogo e l'occasione della nascita della scienza cognitiva (lo studio scientifico dei processi mentali) [Bechtel et al. 2001; Miller 1979]. Fu in tale occasione, infatti, che emerse la convinzione che lo studio dei processi cognitivi potesse essere affrontato coniugando sinergicamente i risultati provenienti da diverse discipline (tradizionalmente, la scienza cognitiva si considera essere costituita da filosofia, intelligenza artificiale, linguistica, neuroscienza, psicologia e antropologia) e che la scienza del calcolatore offrisse un metodo comune di indagine – la simulazione - per l'analisi dei processi mentali, che cioè i processi cognitivi potessero essere riprodotti mediante programmi su calcolatore. Come ebbe modo di scrivere anni dopo, Miller quel giorno lasciò il simposio «con una forte convinzione, più intuitiva che razionale, che la psicologia sperimentale umana, la linguistica teorica e la simulazione computerizzata dei processi cognitivi fossero pezzi di un progetto più ampio e che il futuro sarebbe stato caratterizzato dalla progressiva elaborazione e coordinazione dei loro interessi comuni» [Miller 1979, cit. in Bechtel et al. 2001, p. 2154].
Letture critiche

Massimo Marraffa, Alfredo Paternoster, Persone, menti, cervelli. Storia, metodi e modelli delle scienze della mente, Milano, Mondadori Università, 2012, pp. 304
di Ines Adornetti
16.01.2013