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Il fine della credenza

di Davide Fassio
04.01.2014

Molti filosofi hanno sostenuto che la credenza abbia uno scopo o un fine, tradizionalmente identificato con la verità. Con tale espressione essi intendono designare una determinata proprietà costitutiva della credenza caratterizzante la peculiare relazione tra questo tipo di stato mentale e la verità. Tale proprietà sarebbe in grado di distinguere le credenze da altri tipi di stato mentale e di spiegare una serie di altre caratteristiche delle credenze quali, per esempio, l'impossibilità di credere arbitrariamente ciò che si vuole e l'assurdità nell'asserire enunciati cosiddetti Mooreani, come "credo che stia piovendo ma non sta piovendo". Nel presente contributo propongo una presentazione e una discussione della tesi secondo cui la credenza avrebbe un fine. Considero dapprima la tesi per cui la credenza avrebbe come fine la verità. Introduco le principali caratteristiche attribuite a questa presunta proprietà, presento vari aspetti della credenza che essa è supposta spiegare e considero le differenze tra questa e altre proprietà della credenza che pongono in relazione tale tipo di stato mentale con la verità. Introduco poi diverse interpretazioni della tesi per cui la credenza avrebbe come fine la verità. Infine presento le linee principali del dibattito tra chi sostiene che il fine della credenza sia la verità e chi invece sostiene che esso sia la conoscenza.


Una peculiare caratteristica della conoscenza è la fattività: ciò che si sa è vero. Per esempio, se so che Giove è un pianeta, allora è vero che Giove è un pianeta. La credenza, a differenza della conoscenza, non è uno stato mentale fattivo. Se si crede qualcosa, ci si può sbagliare. Le credenze possono essere false. Tuttavia, quando si crede qualcosa, sebbene ci si possa sbagliare, si "tiene per vero" ciò che si crede. Se si riconosce che ciò che si crede è falso, si smette di credere in quello che si credeva. Allo stesso modo, non si può decidere di credere qualcosa senza considerare se quella cosa sia vera. In questo le credenze differiscono da altri stati mentali come le assunzioni, le fantasie e le ipotesi. Posso benissimo immaginare che Giove non sia un pianeta, anche se possiedo evidenze che Giove sia un pianeta, ma non posso credere che Giove sia un pianeta e al tempo stesso possedere evidenze che ciò che credo è falso. Le precedenti considerazioni intuitive mostrano come le credenze possiedano una peculiare relazione con la verità. A differenza della conoscenza e di altri stati mentali fattivi, le credenze possono essere false; ma a differenza di stati mentali come le fantasie e le assunzioni, le credenze tendono a essere sistematicamente influenzate da considerazioni riguardanti la verità.

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Numero della rivista
N°09 / APhEx

Parole chiave
Credenza, Verità, Conoscenza


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