Vincenzo Fano, Le lettere immaginarie di Democrito alla figlia. Un invito alla filosofia, Carocci, Roma, 2018, pp. 141.

Abstract

Vincenzo Fano, in this very brief, brilliant (and short ) twenty-two-chapters book, tries to introduce readers to the apparently “odd” world of philosophical questions. The author starts from some very important pre-philosophical and pre-theoretical premises, which could enable us to break and to open the borders between philosophy and the technologically labelled “common sense” everyday life. These premises are (a) the common ground of scientific naturalism (b) the capacity of amazement and the desire of astonishment and amusement in any sort of research, with particular respect to the study concerning physical world (c) the pre-theoretical disposition to tolerance for other’s point of view and open-mindedness (d) the total refuse of any sort of fanaticism and dogmatism. These aims push the author to imagine a bizarre return of Democritus from past to contemporary world. The “Neo-Democritus” of today is a little bit different from the ancient, pre-classical greek philosopher; he is a very ill, elderly man, suffering from a most probably fatal disease, and he writes a letter to his imaginary daughter, a Italian girl with an Italian boy-friend, discussing about a lot of problems: the meaning and the ultimate sense of human existence and of death, as well as [of] the importance of liberal democracy in our very troubled historical age, without overlooking other fundamental questions as the significance of quantum mechanics for scientific realism, as well as the urgency to fill the gap between biology and psychology touching very ancient and terrible problems like free will and human agency and responsibility. The result is a book with big provisions of credits and values, one among all: a neo-democritean, but not specialized or grandiloquent apologetic of physical reductionism able to set very stimulating links between apparently far or antipodal areas of philosophy and human culture, as economics, sociology, social sciences and epistemology, physics, chemistry. A direct and natural basis of comparison is naturally provided by a book as What Does It All Mean?A Very Short Introduction to Philosophy by Thomas Nagel, but there are a lot of differences between these two marvelous books, and the most important is the very (political, liberal and libertarian) “militant” nature of the inspiration of Fano’s work.

Vincenzo Fano, in questo piccolo, breve ma brillante libro di ventidue capitoli, tenta di introdurre i propri lettori ad un mondo apparentemente bizzarro, quello dei problemi della filosofia, e lo fa partendo da alcune premesse a propria volta pre-filosofiche e pre- teoretiche, molto importanti, questioni che potrebbero aiutarci a rompere ed aprire i confini che dividono la filosofia e la vita, tecnologicamente connotata, di tutti i giorni, del cosiddetto “senso comune”. Queste premesse sono (a) un comune fondamento di naturalismo scientifico (b) capacità di meravigliarsi e un desiderio di stupore e godimento estetico nei confronti di ogni tipo di ricerca, specialmente lo studio concernente il mondo fisico (c) una disposizione pre-teoretica alla tolleranza per ogni punto di vista altrui e un’assoluta apertura mentale (d) il rifiuto totale di ogni tipo di fanatismo e dogmatismo. Questi obbiettivi spingono l’autore a immaginare uno strano ritorno di Democrito nel mondo contemporaneo. Oggi, il “Neo-Democrito” è un po’ diverso da quello greco dell’antichità preclassica: è un uomo molto malato ed anziano, e viene immaginato da Fano come probabilmente affetto da una malattia a prognosi infausta, intento a scrivere queste lettere alla propria figlia immaginaria, una ragazza italiana con un fidanzato italiano, trattando, in esse, di moltissimi problemi: il significato del senso definitivo dell’esistenza umana e della morte, così come dell’importanza della democrazia liberale nella nostra travagliata epoca storica, senza dribblare altre questioni fondamentali come il significato della meccanica quantistica per il realismo scientico, così come l’urgenza di colmare lo iato tra la biologia e la psicologia, andando così a toccare problemi terribili e antichi come quello del libero arbitrio o della natura dell’azione umana e della responsabilità. Il risultato è un libro ricco di riferimenti e di qualità, una su tutte: quella di essere un’apologetica neo-democritea, mai scadente nel magniloquente o nello specialistico, del riduzionismo fisico; un’apologetica capace di tracciare delle connessioni tra aree apparentemente lontane o addirittura antipodali tra loro della filosofia e della cultura umana, come l’economia, la sociologia, le scienze sociali e l’epistemologia, la fisica e la chimica. La prima e più naturale base di confronto è rappresentata da un libro come Una brevissima introduzione alla filosofia di Thomas Nagel, ma ci sono molte differenze tra questi due stupendi volumi, e la più importante è la natura davvero militante (da un punto di vista politico, nel senso di “liberale” e “neo-libertaria”) dell’ispirazione del libro di Fano.



Citazione

Stefano Vaselli, “Vincenzo Fano, “Le lettere immaginarie di Democrito alla figlia. Un invito alla filosofia, Carocci, Roma, 2018, pp. 141”, in “APhEx 19”, 2019, pp. 35.

Numero della rivista

N° 19/2019-APhEx

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AUTORI&AUTRICI

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È stato coordinatore del Dipartimento di Filosofia e Storia presso il Liceo Classico Statale Giulio Cesare di Roma, dove ha insegnato di ruolo dal 2019 al 2023 (anno della sua scomparsa) le stesse discipline per il cui insegnamento nei licei si è abilitato nel 2001. Laureato a Roma nel 1996 con una tesi sul problema dell'identità personale nella filosofia analitica e nella filosofia della mente di Derek Parfit e Daniel Dennett, Vaselli ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia Teoretica presso l'Università degli Studi di Torino nel 2018, e il dottorato in Logica ed Epistemologia presso l'Università "La Sapienza" di Roma nel 2004. Vaselli è stato autore di numerosi saggi e articoli in italiano e in inglese nel campo dell'ontologia sociale, della filosofia delle scienze sociali, dell'epistemologia analitica, e in filosofia analitica della storia. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo il libro "Il Posto dei fatti in un mondo di eventi" (Mimesis, 2016).

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